Pallavolo
Volley femminile, Champions League 2019. La “vendetta” di Novara e l’ultimo regalo di Paola e Francesca
La alzano assieme quella coppa, inseguita da sempre dal club di Novara. Paola Egonu, la più giovane e Francesca Piccinini (la più esperta, occhio con le parole) sono l’anima dell’Igor Gorgonzola che ha aspettato l’ultima partita per esprimere la sua migliore pallavolo di un anno dove non sono mancate critiche e vittorie. Per Paola Egonu è la prima Champions, per Francesca Piccini è la settima: destino ha voluto che fossero lì assieme, in campo, a combattere per un traguardo straordinario in una sorta di passaggio di testimone ideale, in un Palasport che 17 anni fa vide Francesca Piccinini trionfare, assieme ad altre undici eroine in un Mondiale.
Il tifoso di Novara è vivamente pregato di cogliere l’attimo perchè quella fotografia della coppa alzata da queste due campionesse rimarrà impressa per sempre nella sua mente ma da domani si scriverà un’altra storia. Paola Egonu è pronta a trasferire armi e bagagli a Conegliano, mentre Francesca Piccinini deve ancora confermare se l’annuncio fatto ad inizio anno (“questa sarà la mia ultima stagione”) corrisponda alla verità oppure giocare una finale di Champions da titolare a 40 anni le ha fatto cambiare idea: la chiusura di una carriera straordinaria con la Coppa più importante tra le mani potrebbe essere davvero da leggenda ma, allo stesso tempo, il pensiero potrebbe essere: “Se sono ancora in grado di giocare a questi livelli, perchè smettere?” A lei, solo a lei, l’ardua sentenza.
Nel frattempo Massimo Barbolini e la sua truppa si sono presi una bella soddisfazione, la classica vendetta sportiva da consumare fredda (in questo caso tiepida). La situazione, rispetto alla serie di finale scudetto, si è letteralmente ribaltata e sembrava di vedere le due squadre a maglie invertite. Battuta, difesa, attacco sono state le chiavi di volta, i fondamentali in cui Novara a Berlino è cresciuta a dismisura e Conegliano è calata quanto è bastato per spostare gli equilibri. Solo a muro la squadra di Santarelli ha mantenuto il suo livello standard ma non è bastato per ribaltare la situazione. Paola e Francesca sono le donne copertina ma c’è chi, in silenzio, quasi in punta di piedi, questa Coppa ce l’ha stampata sulla pelle per quello che ha dato in finale: Stefania Sansonna ha giocato un match straordinario, mandando in tilt le attaccanti avversarie, in particolare Sylla e Fabris, nemmeno lontane parenti delle schiacciatrici devastanti di venti giorni fa. L’altra assoluta protagonista di serata è stata Michelle Bartsch, che nella serie di finale scudetto aveva faticato tantissimo nelle prime due partite, dando ampi segni di risveglio nella terza. Ieri è stata un’autenitica trascinatrice: ha messo a terra palloni pesantissimi, dal primo fino (soprattutto) all’ultimo set: quando il cambio palla era decisivo lei ha sempre fatto la scelta giusta, di potenza ma anche di precisione quando serviva.
L’ultima vittoria è sempre la più bella, quella che lascia il ricordo indelebile e dunque il sorriso più raggiante in questa stagione è quello di Novara ma, tra qualche giorno, guardandosi indietro, le due squadre che si sono date battaglia ieri, si accorgeranno di cosa hanno fatto: un dualismo straordinario, passato attraverso tante difficoltà per una stagione da applausi per entrambe. Supercoppa e scudetto a Conegliano, Coppa Italia e Champions a Novara: mettere sul piatto della bilancia i trofei ha un senso relativo. Godiamoci, da appassionati, questi momenti perchè mancavano da tanto tempo e non si sa se potranno tornare in questi termini. Conegliano e Novara sono società di alto spessore e l’impressione è che sul piedistallo vogliano restarci a lungo ma Turchia e Polonia, tanto per nominare due nazioni a caso, non staranno certo a guardare.
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Foto Ettore Griffoni Live Photosport
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