Basket, la furia di Gianmarco Pozzecco: “In questo palasport, in tali condizioni, non si può giocare. Chi piange fa schifo”

Forse più del risultato stesso di gara-5 della finale scudetto tra Venezia e Sassari, andata alla Reyer per 78-65, a far parlare è l’infuocata conferenza stampa di un Gianmarco Pozzecco che definire furioso è poco. In sala stampa, dopo aver visto Stefano Gentile infortunarsi (possibile lesione muscolare) e un Taliercio contemporaneamente vittima del caldo e delle trombette distribuite a tutti gli spettatori, con le ovvie conseguenze sul lavoro di tutti, dagli arbitri in giù, il coach di Sassari si è arrabbiato in maniera anche molto colorita.

Questo quanto dichiarato dal Poz: “Io ho dovuto saltare una finale scudetto per infortunio, quindi non tollero quello che è successo a Stefano Gentile che non è solo figlio di Nando ma anche mio. Non accetto che i giocatori si facciano male, odio queste cose: la finale se la devono giocare loro e non noi con le parole. Quelli che piangono sempre devono andare a fare in c… […]. Sempre a piangere, a lamentarsi… In Italia abbiamo una cultura sportiva che fa schifo. E poi in questo palasport, in tali condizioni, non si può giocare a pallacanestro, non è possibile“.

Pozzecco, quando parla di “quelli che piangono”, si riferisce a Walter De Raffaele, che si era lamentato per l’iniquità in termini di tiri liberi tra le due squadre nella serie, in realtà figlia di una filosofia di gioco completamente differente tra le due squadre. La risposta del coach veneziano è pronta: “Non replico, se Gianmarco ha detto certe cose avrà le sue ragioni, non voglio polemizzare e nemmeno rovinare un’amicizia. Io sto concentrato sulla serie. Abbiamo costruito il match point sulla difesa e sull’ottima circolazione di palla dettata dai 16 assist. Ora ci manca un’ultimo passo, ma noi andiamo a Sassari per fare la partita e prendersi questo scudetto“.

L’avvicinamento a gara-6 è già iniziato, ed è davvero rovente.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo