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Calcio femminile, Mondiali 2019: Italia strepitosa, ora serve il professionismo per il definitivo salto di qualità!

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Le azzurre hanno giocato contro colleghe che hanno opportunità diverse rispetto alle nostre, le olandesi sono professioniste. È stata una partita non alla pari da questo punto di vista. Per chi ha compiti decisionali è arrivato il momento di prendere decisioni. Queste ragazze si meritano il professionismo e opportunità diverse“.

Sono queste le parole di Milena Bertolini, poco dopo l’uscita di scena della Nazionale italiana di calcio femminile dai Mondiali 2019. Le sue ragazze sono state sconfitte 2-0 dall’Olanda e si sono viste precluse le vie per le semifinali e la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Una rassegna che, dal punto di vista emotivo, ha regalato molto alle nostre portacolori, bravissime a sfruttare l’occasione e a gettare il cuore oltre l’ostacolo, spingendosi fin dove nessuno avrebbe potuto prevedere. Di fatto, ben pochi pensavano che le ragazze italiche potessero rientrare nel novero delle miglioro otto squadre in questi Mondiali.

Appare chiaro che tanto è stato fatto nei biennio sotto la gestione di Bertolini: si è passati dall’eliminazione al primo turno agli Europei 2017 a questo torneo di altissimo profilo. Un processo di crescita chiaro, frutto del grande lavoro dei club dilettanti e dei club maschili, fondamentali per dare lo slancio alle nostre portacolori. Ora, però, per poter competere ai massimi livelli, serve un passaggio epocale, ovvero il professionismo. Lo ha detto il CT e lo sostengono un po’ tutti perché, di fatto, oggi a Valenciennes si sono affrontate una compagine di professioniste ed una di bravissime dilettanti. Il calo fisico, dovuto anche alle fatiche dei match passati, ha inciso e questo chiaramente dipende da una preparazione atletica che non può essere la stessa.

Pertanto, da parte della FIGC e delle istituzioni governative, è necessaria una riflessione attenta. Le ragazze italiane il loro segnale lo hanno dato. E’ chiaro che questo discorso dipende molto dal seguito che il campionato avrà ma è altrettanto vero che qui parliamo di un diritto per lo sviluppo del movimento. Nella maggior parte dei casi, in Italia, una calciatrice deve per forza avere un secondo lavoro e quindi non può concentrarsi al meglio delle proprie possibilità sul suo miglioramento tecnico. Ecco che l’effetto mondiale potrebbe essere un traino positivo proprio per dare un’accelerata decisa, a livello federale e politico, rispetto ad un tema così delicato. 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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