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Calcio
Calcio femminile, Mondiali 2019: l’Italia a caccia di successi e di visibilità. Il “Pallone” non ha solo un sesso
Dal 7 giugno al 7 luglio la Francia sarà la capitale mondiale del calcio femminile. Un evento importante per le selezioni in gioco e per il movimento che godrà di una vetrina mediatica vasta nella quale le attenzioni non mancheranno. Ci sarà anche l’Italia. La selezione di Milena Bertolini si è conquistata sul campo, con pieno merito, la qualificazione alla fase finale, dominando il proprio girone e mettendo in mostra un’unità di intenti e una coesione che in precedenza non si erano notate. E’ cresciuta la Nazionale in un biennio nel quale sono arrivati i due secondi posti nella Cyprus Cup e i risultati confortanti in amichevoli di lusso non sono mancati: il pareggio a Marsiglia contro la Francia e il successo contro la Svezia.
Riscontri che hanno accresciuto l’autostima di Sara Gama e compagne che, inserite nel gruppo C con Brasile, Australia e Giamaica, se la giocheranno: il percorso comincerà il 9 giugno contro le aussie, per proseguire il 14 e il 18 giugno contro le giamaicane e le brasiliane. L’obiettivo è quello di staccare il biglietto per i match ad eliminazione diretta e quindi arrivare nei primi due posti del raggruppamento oppure rientrare tra le 4 compagini migliori giunte in terza piazza nei 6 gruppi ai nastri di partenza. Le nostre portacolori hanno le capacità di potercela fare, per le prestazioni messe in mostra e anche per un movimento che finalmente ha avuto una visibilità maggiore.
Non è un caso che le emittenti nostrane (Sky e Rai) seguiranno la rassegna. Un aspetto da non sottovalutare perché le partite che le italiane affronteranno non saranno solo sul rettangolo verde ma anche nell’idea comune di cosa sia il calcio nel nostro Paese. Non è un mistero, infatti, che molti cataloghino il nostro sport nazionale solo sul versante maschile, per la storia e la tradizione. Ecco che le ragazze di Bertolini possono essere delle pioniere e dei modelli per le bambine/ragazzine che desiderano vestire calzoncini e scarpini e dare un calcio alla palla. Di sicuro, le affiliazioni tra club professionistici maschili e femminili hanno dato un contributo importante anche perché gli allenamenti nei club di questa tipologia sono di alto livello.
Un aspetto che la stessa Gama ha sottolineato in un’intervista al Corriere della Sera. E’ ovvio però che lo step sarà quello di giungere al professionismo vero e proprio ma qui vi rientrano interessi economici legati ad aspetti culturali. Per numero di iscritte ed appeal, questo passo è ancora rischioso, secondo buona parte del sistema calcio italiano. Pertanto, quello che faranno le azzurre ai Mondiali potrebbe ad accelerare una riforma, necessaria affinché il movimento femminile del Bel Paese sia ulteriormente competitivo.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Alessio Tarpini / LPS