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Calcio femminile, Mondiali 2019: l’Italia insegue un risultato di prestigio per il decollo definitivo

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Basta dare soldi a queste 4 lesbiche“. Da questa frase pronunciata dall’ex presidente della LND Felice Belloli sembra passato un secolo ma in verità non è così. Parliamo di un quadriennio di battaglie per dare al calcio femminile più dignità, visibilità e maggior attenzione. Di acqua ne è passata sotto i ponti e ironia della sorte la tanto conclamata Nazionale di calcio maschile ha fallito dopo 60 anni l’accesso alla fase finale di un Mondiale mentre la selezione del Bel Paese in rosa vi ha fatto ritorno dopo 20.

E’ tempo per Sara Gama e compagne di prendersi la scena perché ne hanno facoltà e pazienza se qualcuno, anche con un filo di pregiudizio, derubrica la specialità come fosse manifestazione di infimo livello, non meritevole di spazio. Non si può piacere a tutti, specie a chi ha una visione dello sport particolare, non di coesione ma di divisione. Le ragazze di Milena Bertolini vogliono coinvolgere, forti delle certezze dell’ultimo biennio e pronte a mettere a tacere gli hater di professione, forse maggiormente attratti dal Paese dei balocchi del calciomercato. Il primato nel girone di qualificazione (7 vittorie e 1 sconfitta) e gli ottimi riscontri in amichevole contro Francia e Svezia sono gli argomenti a sostegno dell’operato delle donne del pallone italico.

Del resto, oggi in quel di Parigi, non c’è solo il Roland Garros ma si comincia a fare sul serio al Parco dei Principi, dove Francia e Corea del Sud daranno il via ad una rassegna iridata da record, per ascolti previsti e per un livello nettamente più alto rispetto a quattro stagioni fa. L’Italia, come detto, risponderà presente e saranno l’Australia (9 giugno), la Giamaica (14 giugno) e il Brasile (18 giugno) le avversarie. Rivali da non sottovalutare ma non da temere perché le australiane sotto la nuova gestione di Ante Milicic faticano a fare risultati e perché le brasiliane hanno perso le ultime nove partite disputate. Pronostici, quindi, che potrebbero ribaltarsi per consentire alle ragazze di Bertolini di prendere il volo verso gli ottavi e da lì poi continuare a sognare.

Riscontri importanti non soltanto per questioni di campo ma anche culturali. I pregiudizi citati fanno capire che serve un risultato di prestigio per favorire la famosa rivoluzione che in parte si è avviata. Le affiliazioni tra club maschili e femminili ha portato le atlete di queste squadre ad avere strutture adeguate e ad allenarsi praticamente da professioniste. Ma, di fatto, questo status manca per mere questioni economiche, visto che il calcio femminile da noi ancora è ritenuto alla stregua di una manifestazione di terzo o di quarto ordine. La prova ad impatto potrebbe essere questa competizione, seguita anche dalle televisioni nostrane. Una sfida, dunque, su due binari per sconfiggere gli avversari sul campo e spodestare dalla maggioranza il partito degli scettici.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Alessio Tarpini / LPS

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