Calcio
Calcio femminile, Sara Gama: “Possiamo essere le pioniere per le ragazzine. L’Italia sta crescendo e sul professionismo…”
Tra 4 giorni il Mondiale 2019 di calcio femminile andrà in scena. Una manifestazione particolare quella che vedremo in Francia per un mese (7 giugno – 7 luglio). Non solo esibizione di tecnica ed atletismo ma anche un modo per dimostrare che il “Pallone” non ha solo un sesso. Lo si è detto tante volte, specie nei nostri confini: l’idea che il calcio non sia sport per signorine è una specie di dogma che difficilmente si vuol estirpare o quantomeno modificare rispetto a quel che è l’evoluzione della società.
A farsi carico di questo messaggio di condivisione è senza dubbio la Nazionale italiana di Milena Bertolini. Le azzurre sono state capaci di riportarci alla fase finale di una rassegna iridata dopo 20 anni di lungo digiuno. Una partecipazione che, si spera, non sarà per onor di firma ma su basi solide per cercare il passaggio di turno. Le nostre portacolori, inserite nel gruppo C, scenderanno in campo contro l’Australia a Valenciennes (9 giugno), per poi affrontare la Giamaica a Reims (14 giugno) e il Brasile sempre a Valenciennes (18 giugno). Da regolamento, le prime due dei sei gironi da quattro squadre accederanno alla fase ad eliminazione diretta, oltre alle quattro migliori terze. Ecco che il target può essere alla portata della nostra compagine, visti i miglioramenti che nel biennio hanno visto l’Italia concludere in vetta al proprio girone di qualificazione e ben figurare in alcune amichevoli di prestigio: il pari 1-1 contro la Francia e il successo 1-0 contro la Svezia, argento olimpico.
Aspetti che sono ben noti al nostro capitano, Sara Gama, che racchiude in sé tutti i valori di questa squadra, motivata ad esprimere il proprio 100%: “Dopo vent’anni di assenza dal Mondiale, finalmente si va in campo. Se le bambine ci vedono in tv? Per loro siamo delle pioniere. Mi aspetto stadi pieni e grande fibrillazione. Sara un campionato mondiale di qualità e di livello alto. Noi stiamo crescendo: il gap con Usa, Germania, Giappone, piano piano si riduce. Punteremo sulle nostre caratteristiche: tattica e tecnica. Ma anche fisicamente siamo cambiate da quando ci alleniamo in club come Juventus, Milan, Roma, Fiorentina, che ci mettono a disposizione strutture all’altezza. Era il nostro tallone d’Achille in passato. Di fatto siamo professioniste come gli uomini“, ha sottolineato Gama, intervistata dal Corriere della Sera.
Giocatrice della Juve che, quindi, ha sottolineato l’importanza delle affiliazioni tra club maschile e femminile, precisando però il proprio punto di vista sullo status da professionista che ancora non c’è: “Basterebbe una delibera del Consiglio della Figc. Qualche anno fa, quando il campionato era giocato da società dilettantistiche, avrebbe voluto dire ammazzare il movimento. Oggi, con l’entrata dei club maschili di Serie A, la realtà del calcio donne in Italia è diversa, ma il professionismo avrebbe comunque un grosso impatto sul sistema, non è facile: nessuno vuole spendere il doppio per le calciatrici, la delibera dovrà essere associata a grossi sgravi per il lavoro femminile“. Un contesto in cui la legge n.91 del 1981, a detta di Gama, è inadeguata a prescindere dalla questione di genere.
Una partita, quindi, che si gioca su più fronti e chissà se un grande risultato dell’Italia ai Mondiali possa essere un incentivo verso il grande passo? Lo scopriremo.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Alessio Tarpini / LPS