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Calcio, Francesco Totti: “Mi dimetto, non ho avuto possibilità di esprimermi. Ho cercato Conte, mi fido di De Rossi”

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Una conferenza stampa lunghissima, nel Salone d’onore del Coni: Francesco Totti ha raccontato tutta la verità, dicendo addio alla Roma, dando le sue dimissioni da dirigente del club giallorosso.

I passi salienti: “Mi dimetto dal mio ruolo nella Roma. Viste le condizioni credo sia stato doveroso e giusto prendere questa decisione, non ho mai avuto la possibilità di operare in modo effettivo sull’area tecnica. Credo sia la decisione più coerente e giusta, davanti a tutti deve esserci la Roma che deve essere una squadra da amare e da stargli sempre vicina. Non devono esserci fazioni, ma un unico obiettivo. I presidenti, gli allenatori e i giocatori passano, ma le bandiere non passano. Ma diciamo che questo aspetto mi ha fatto pensare tanto e non è stata colpa mia prendere questa decisione”.

Prosegue: “Non è stata colpa mia perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non ho mai avuto la possibilità di prendere parte al progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, ma già nel secondo ho capito cosa volessi fare e non ci siamo mai trovati. Sapevano le mie intenzioni, volevo dare tanto a questa società, ma loro non hanno mai voluto. Mi tenevano fuori da tutto”.

Sul suo ruolo e sull’unico allenatore contattato: “Io avevo chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di avere queste competenze e non ho mai chiesto di comandare tutto. Però, se si decide l’allenatore o il direttore sportivo e non vieni nemmeno chiamato che direttore tecnico è? Non solo andato a Londra perché mi avevano chiamato due giorni prima e avevano già scelto l’allenatore e il ds: che andavo a fare? Io l’unico allenatore che ho sentito è stato Antonio Conte, il resto è tutta fantascienza e io per stupido non ci passo. Tutte le cose che fanno passare corrisponde allo zero per cento di verità”.

Su Daniele De Rossi: “Io già a settembre dissi ad alcuni dirigenti che, se pensavano fosse stata l’ultima stagione di De Rossi, avrebbero dovuto dirglielo subito. Perché lui era il capitano della Roma, andava rispettato. Poi s’è creato tutto un contesto difficile ed è passato il tempo che è passato. Il problema è che a Trigoria le cose vanno fatte subito, invece non avviene così. Io con De Rossi ci ho parlato da amico e ho provato a fargli capire cosa stesse accadendo, nonostante fossi un dirigente. Invece s’è creato lo stesso problema che si creò con me e non so se è una cosa voluta o se non ci pensano. A me sembra voluto, perché da quello che so loro hanno sempre voluto allontanare i romani dalla Roma”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Lapresse

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