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Calcio, Giuseppe Bergomi su Italia-Mali Under20: “Gli azzurrini sono organizzati. Abbiamo chance di andare avanti”

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Per tutti è “Lo Zio” del calcio italiano. Un campione del mondo, uno che sa come si fanno a vincere determinati trofei. In occasione della presentazione dell’Estate di Sky Sport, Beppe (Giuseppe, all’anagrafe) Bergomi ha parlato con OA Sport circa le possibilità dell’Italia di Paolo Nicolato nel suo percorso ai Mondiali Under 20: venerdì (alle 18.30) per gli azzurrini sarà infatti il momento di sfidare il Mali nei quarti di finale, con l’ambizione di arrivare tra le prime quattro della rassegna in corso di svolgimento in terra polacca.

Beppe, il Mali ha superato l’Argentina in una partita emozionante e imprevedibile: cosa pensi della squadra africana?
“Il calcio è questo regala belle storie da raccontare. Il Mali ha messo in campo tutto rispettando l’avversario e mostrando buona organizzazione soprattutto in fase difensiva, dove è passata da una difesa a quattro a una difesa a cinque. Hanno individualità da tenere d’occhio come Sekou Koita e Diakitè e poi sono una formazione ormai presa in simpatia dal pubblico, avranno grande sostegno; ma noi dobbiamo concentrarci e fare il tifo per i ragazzi azzurri”.

Focalizzandoci sull’Italia: molti la descrivono come una squadra “catenacciara”. Tu che idea ti sei fatto?
“E’ un’identità di gioco: abbiamo costruito tante vittorie così. Certo, se riuscissimo ad elevare il nostro livello di gioco non sarebbe male, ma intanto abbiamo una squadra. Un collettivo che difende, che sa soffrire e che legge i momenti della partita e sa offendere. Poi è ovvio che ci siano le individualità, come i portieri che parano i rigori o gli attaccanti che segnano. Non c’è da vergognarsi: è il nostro calcio. Vedendo inoltre che Portogallo, Argentina e Francia sono già state eliminate dal torneo, dico che abbiamo una buona chance di andare avanti”:

Zaniolo, Kean e Tonali sono assenti. Forse avrebbero aiutato in quella ricerca di gioco maggiormente tecnico?
“Si è vero, ma le qualità che ho elencato in precedenza mi lasciano tranquillo; in particolare quando parliamo di fase difensiva”.

Parliamo quindi del pacchetto arretrato formato da Ranieri, Del Prato e Gabbia
“Ranieri lo conosco molto bene. Quest’anno ha vissuto un’esperienza formativa a Foggia, in una piazza non facile, e ne è venuto fuori bene. Del Prato è più un centrocampista, ma messo in questo ruolo devo ammettere che sta mostrando grandi capacità nel comandare il reparto. Gabbia, infine, è un prospetto davvero interessante”.

La discussione a questo punto si sposta sull’Inter, con le domande che diventano un po’ di tutta la stampa presente in sala. E lo storico numero 2 nerazzurro afferma: “Conte è un grande professionista – esordisce – bisogna superare lo stereotipo dell’ex tecnico proveniente dalla Juventus, infondo io ho avuto Trapattoni trent’anni fa e le cose sono andate bene. Tutti me ne parlano bene, me lo descrivono come un superprofessionista. Senza nulla togliere al lavoro di Spalletti, lui dovrà elevare lo standard dell’Inter avvicinandolo a Napoli e Juventus: idee, disciplina, allenamenti e leadership. Non dovrà pensare solo al campionato, ma anche alla Champions; visto quello che è successo col Tottenham nel girone. In generale servirà alzare il numero di punti ottenuti: conquistare la qualificazione alla Champions League senza faticare come negli ultimi due anni. Dal punto di vista tattico bisognerà vedere cosa vorrà fare, anche se penso che dalla difesa a tre non si discosterà molto. Vedremo come valorizzerà i giocatori a disposizione da Perisic a Candreva sulle fasce passando poi per i centrocampisti vedendo poi se arriverà Barella o in attacco Dzeko. Da quello che so – conclude – credo che lui sia soddisfatto della rosa dell’Inter. La bravura degli allenatori sta poi nell’innalzare la qualità dei giocatori”.

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Foto: Shutterstock

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