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Calcio
Calcio, Maurizio Sarri si presenta in bianconero: “La Juventus coronamento di una carriera, al Napoli ho dato il 110%”
“Sono contento di essere qui oggi“, si apre con poche semplici parole la conferenza stampa di prestazione di Maurizio Sarri come nuovo allenatore della Juventus. Il tecnico si è presentato in giacca e cravatta, un abbigliamento insolito per le sue abitudini, dimostrando di voler abbracciare in tutto e per tutto lo stile della società bianconera. La maggior parte delle domande si è concentrata come prevedibile sul rapporto con il Napoli e sullo scetticismo dei tifosi e dell’ambiente juventino nei suoi confronti. Sarri ha fatto appello alla propria professionalità per spiegare la scelta, perfetto coronamento di una carriera lunga e cominciata dal basso, e ha ribadito come l’unica risposta possibile sia attraverso lavoro, impegno e risultati.
Le prime domande hanno riguardato le dinamiche del contatto con la Juventus e Sarri si è detto sorpreso dell’ostinazione dei dirigenti nel raggiungere un accordo per la panchina: “E’ stata una sensazione forte perché ho visto la società determinata come mai mi era successo in tanti anni di carriera. Ho capito sin da subito la determinazione e la compattezza della dirigenza“. Il tecnico ha spiegato la propria decisione come scelta professionale, affermando di aver fatto il possibile alla guida del Napoli e di aver scelto il Chelsea per rispetto nei confronti della società partenopea. Il desiderio di tornare in Italia e l’opportunità offerta dalla Juventus hanno fatto il resto: “Al Napoli ho dato tutto. Poi avevo un dubbio e ho deciso di fare un’esperienza bellissima in Premier League per non passare dal Napoli a un’altra società italiana. La Juventus, miglior club italiano al momento, mi ha offerto l’opportunità di tornare in Italia. E’ il coronamento di una carriera lunghissima. Sono contento del fermento che sto vedendo in Serie A. Sarà un anno stimolante con tanti allenatori di altissimo livello, ci sono i presupposti per creare qualcosa di interessante e colmare il gap con la Premier ma sarà un percorso lungo“.
Riguardo agli obiettivi per la prossima stagione, il riferimento alla Champions League è chiaramente obbligato: “Mi aspetto di svegliarmi la mattina e studiare come vincere le partite. In Italia la Juve è la favorita e ha l’obbligo di fare bene. In Champions l’obiettivo è di vincere, ma in Europa ci sono 8-9 squadre che hanno lo stesso obiettivo. Le responsabilità sono più forti in Italia. Quello europeo è un sogno da provare a conseguire con ferocia“. Sulla possibilità di allenare Cristiano Ronaldo, Sarri non ha nascosto il proprio entusiasmo: “E’ il top a livello mondiale, ha quasi tutti i record che si possono avere nel calcio. Mi piacerebbe fargliene battere altri e contribuire in qualche modo al suo percorso“. Nella propria avventura sulla panchina del Napoli, il tecnico bianconero aveva instaurato un rapporto piuttosto conflittuale con la Juventus: “Ho vissuto 3 anni con il pensiero di battere la Juve perché eravamo in quel momento l’alternativa più credibile. Ho dato il 110% non ci siamo riusciti. Lo rifarei. Ma è una rivalità sportiva che adesso è finita. La mia professionalità mi porterà a dare il massimo per questa squadra“. Sulla reazione dei tifosi napoletani, risposta diplomatica: “Applausi e fischi al San Paolo saranno ugualmente una reazione d’amore. Uscirò dal campo volendogli bene come prima in un modo o nell’altro“.
Spazio anche alle questioni tattiche con la domanda sul 4-3-3, modulo di riferimento nelle ultime stagioni: “Non si parte dal modulo. Si deve capire quali giocatori sono adatti, conoscerli, parlarci e intorno ai giocatori più qualitativi costruire intorno il modulo. Ho fatto il 4-3-3, il 4-2-3-1, il 4-3-2-1. Bisogna avere le idee chiare su 2 o 3 giocatori che ci possono far fare la differenza e poi metterli nelle condizioni per farli esprimere al massimo. Il modulo sarà una conseguenza“. Sullo scetticismo dei tifosi bianconeri, replica immediata da parte di Sarri: “Sono sempre stato accompagnato da questo tipo di reazione. Arrivo a Empoli e sono scettici. Stessa cosa al Napoli e al Chelsea. Per togliere lo scetticismo c’è un solo modo: vincere e convincere. Andare in campo per divertire e fare risultato“. Sull’abbigliamento a bordo campo ancora nessuna risposta, con il tecnico che si concede anche una battuta: “Tuta o giacca e cravatta? Parlerò con la società, non ne abbiamo parlato. Io preferirei non andare con la divisa sociale, chiaramente fuori dal campo indosserò la divisa sociale, c’è scritto nel contratto, in campo vediamo. L’importante è che a questa età non mi mandino nudo…“.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: NaPress / Shutterstock.com