Ciclismo
Ciclismo, Giovanni Carboni: “Giro d’Italia bellissimo, in futuro posso fare classifica. Vorrei vincere una tappa al Tour”
Ventitré anni, una grinta invidiabile, e una voglia irrefrenabile di crescere e migliorarsi giorno dopo giorno. Giovanni Carboni, il giovane marchigiano della Bardiani-CSF, tre volte in maglia bianca durante il Giro d’Italia, è stato uno dei debuttanti nella Corsa Rosa che si è messo più in luce per tutte e tre le settimane di gara. Ha rispettato a pieno la fiducia datagli dal suo Green Team che lo aveva già lanciato a tutta al Tour of the Alps. Da lì in poi Giovanni ha continuato a sorprendere e ha dimostrato una condizione invidiabile al Giro, dove è riuscito a raccogliere due piazzamenti di tutto rispetto come il quinto posto a San Giovanni Rotondo e il quarto a San Martino di Castrozza dopo due lunghissime fughe. Il rammarico di non esser riuscito a centrare la vittoria c’è, ma va detto che il suo debutto nella Corsa Rosa è stato tra i più sorprendenti. Un giovane dalle belle speranze e una perla su cui la Bardiani-CSF punta davvero tanto per un futuro che promette decisamente bene.
Tracciamo assieme un bilancio generale del tuo Giro d’Italia.
“Sono contento della corsa che ho disputato e soprattutto della condizione e della crescita che ho dimostrato e che avevo sin dal Tour of the Alps. Nella prima settimana del Giro la squadra mi ha sempre spronato nel cercare di fare classifica, e Bruno e Roberto Reverberi sono stati i primi a credere in me e a farmi tenere duro per la classifica. Nella frazione di San Giovanni Rotondo è arrivata la maglia bianca e il quinto posto di tappa, e da lì è iniziato un po’ il “bel Giro”. Sai, dopo un inizio faticoso poter salire sul podio per indossare la leadership dei giovani penso che, per un corridore al suo debutto nella Corsa Rosa, sia qualcosa di veramente bello”.
Hai qualche rammarico?
“Direi di sì. Il primo è il fatto di non aver seguito Fausto Masnada e Valerio Conti ma aver curato il duo della Movistar formato da Rojas e Amador nella fuga di San Giovanni Rotondo. Poi nella diciannovesima tappa di San Martino di Castrozza per non esser riuscito ad inserirmi subito nella fuga e quindi non essermi potuto giocare a pieno le mie carte nel finale”.
Riccardo Magrini ti ha visto bene per tutto il Giro e crede in te come futuro corridore da gare a tappe. Cosa ne pensi?
“Innanzitutto ringrazio Magrini: è una cosa che mi fa tanto piacere e che mi dà tanta motivazione. Comunque devo dire che finora nelle gare a tappe minori ho sempre provato e mi piace guardare la classifica, quindi correre con questa mentalità. Sicuramente cercare di fare classifica nell’arco delle tre settimane di un Giro è molto importante e difficile. Ci vorrà tanta esperienza, però penso che il Giro di quest’anno sia stato un punto di partenza e ho l’ambizione di poter provare in futuro a fare classifica in una grande corsa a tappe”.
Su che cosa vorresti migliorarti?
“L’aspetto che vorrei migliorare e curare, perché è una disciplina che mi piace tanto, è la cronometro. Sarà difficile provare a testarmi già dal Campionato Italiano perché siamo appena usciti dal Giro e questa è una disciplina che va preparata per mesi. Infatti adesso guarderò di più a corse come il Giro di Slovenia e la prova in linea del tricolore che sono due corse più congeniali anche per la mia condizione che ho dimostrato al Giro”.
Hai indossato per tre giorni la maglia di miglior giovane. Che sensazioni hai provato?
“È stata un’emozione unica perché è stato davvero inaspettato. Ho realizzato di poter indossare questa maglia soltanto a metà fuga della tappa di San Giovanni Rotondo, e da lì in poi è diventato quasi un obiettivo portarla più a lungo possibile. La squadra mi ha affiancato e supportato benissimo nei giorni in cui l’ho indossata, e passare sulle strade di casa con la maglia bianca è stata una cosa unica. Spero di poter rivivere questa sensazione. Non potevo chiedere di più da questo mio primo Giro”.
Com’è stato giudicato il tuo Giro dalla Bardiani-CSF?
“Roberto Reverberi e Stefano Zanatta mi hanno dato fiducia ancor prima di iniziare il Giro, che è stato un po’ la conferma delle mie possibilità. Diciamo che c’è ancora più fiducia e tranquillità. Ho ancora due anni di contratto con la Bardiani, e quindi anche questa prospettiva mi dà la possibilità di correre serenamente e crescere insieme, perché mi piace molto riportare in luce una squadra Professional. Non andiamo alle corse World Tour per far presenza o prendere le fughe, ma anche poter dire la nostra nelle gare che contano”.
Quali sono le tue prospettive future e i tuoi obiettivi? La gara dei tuoi sogni?
“Voglio fare il mese di giugno bello convinto per poter ottenere il massimo dalle mie potenzialità sfruttando la condizione del Giro. Poi dopo il Campionato Italiano staccherò un po’ dalle corse e ripartirò dall’Adriatica Ionica per la seconda parte di stagione. In futuro mi piacerebbe correre il Tour de France e poter vincere una tappa”.
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Foto: Lapresse