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Coppa America 2019: i tre gironi ai raggi X. Brasile selezione da battere

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Su il sipario: la Coppa America 2019 è pronta a cominciare. Il Brasile è pronto ad accogliere l’edizione numero 46 del torneo che quest’anno prevede al via anche due invitate di lusso: il Giappone e il Qatar. Una rassegna quindi tutta da decifrare condita da una nota di colore non indifferente, con le squadre del “continente” sudamericano comunque pronte e favorite per arrivare ad alzare il trofeo al cielo il 7 luglio in quel di Rio de Janeiro.

Andiamo quindi ad analizzare i tre gironi, da quattro squadre ciascuno, in cui sono state divise le dodici partecipanti:

Girone A

E’ quello dei padroni di casa del Brasile, che sono i naturali favoriti della competizione. I verdeoro devono tornare a vincere un trofeo visto che non lo fanno dal 2013, quando seppero imporsi nella Confederations Cup (anche in quel caso organizzata sul suolo carioca). Tite –  che non avrà Neymar a sua disposizione – ha scelto comunque un gruppo rodato che sarà capitanato da Dani Alves e avrà in Allison, Thiago Silva, Miranda, Casemiro, Coutinho, Firmino e Marquinhos molti leader di riferimento. I pentacampioni del mondo dovranno fare i conti nella prima fase contro la Bolivia, il Venezuela e il Perù.

Gli uomini di Villegas appaiono, almeno sulla carta, come la vittima sacrificale del gruppo anche se il talento di Galindo e la vena realizzativa di Marcelo Moreno potrebbero esaltare i boliviani, squadra spesso brava anche a inaridire il gioco offensivo delle rivali. In casa venezuelana invece ci sarà il carisma d’El General Rincon (uno degli elementi di rilievo nell’ottima ultima stagione del Torino in Serie A) a far risaltare tutto lo spirito della Vinotinto, pronta a battagliare con ogni avversaria e a colpire in avanti con la scaltrezza di Rondon e Aristeguieta.

Infine, il Perù. Il ritorno ai Mondiali, pur conclusi con l’eliminazione nella prima fase, nel girone in cui presenziava anche la Francia poi futura regina planetaria, ha comunque sancito la risalita del movimento calcistico del Paese che, aggrappandosi alle giocate degli eterni Farfan e Guerrero (che spesso subentra dalla panchina), alla freschezza di Tapia e al sapere tecnico di mister Ricardo Gareca, può diventare la sorpresa del torneo.

Girone B

Argentina e Colombia valgono, di per sè, già il prezzo del biglietto. L‘Albiceleste di Scaloni dopo tante finali perse, proprio tra Coppa America (2015, 2016) e Mondiale (2014), riuscirà a tornare a vincere un trofeo che le manca complessivamente dal 1993? E’ chiaro che tanti si attendono che la risposta parta dalla volontà e dai piedi di Leo Messi, il quale sarà ancora una volta il capitano di una squadra piena di giocatori di caratura internazionale (Paredes, Aguero, Di Maria, solo per citarne alcuni) ma che non è quasi mai riuscita a trovare continuità. E gli “italiani”? Ce ne sono molti di argentini che giocano nella nostra Serie A: Pezzella, De Paul, Dybala e Lautaro Martinez. Una sponda più che buona per presentare i Cafeteros della Colombia.

Ospina, Cristian Zapata, Duvan Zapata, Cuadrado e Muriel, una “colonia” all’interno dell’ossatura di una squadra che ora deve capire che è il momento di raccogliere gioco e complimenti e mirare dritto all’obiettivo della vittoria finale, sotto l’egida di un vecchia volpe come Carlos Queiroz . Yerri Mina, James Rodriguez, Cardona e Falcao garantiscono classe e pedigrèe di altissimo lignaggio.

Poi il Paraguay e il Qatar. Gli ospiti della penisola araba, non ce ne vogliano, ma dovrebbero essere la cenerentola del torneo, anche se i giocatori allenati dallo spagnolo Félix Sánchez Bas avranno la possibilità di misurarsi contro grandi avversari in un palcoscenico non usuale per chi è abituato a giocare ad altre latitudini e in altri club.

La rappresentativa coordinata da Berizzo invece, altro tecnico argentino presente alla rassegna, potrebbe puntare al passaggio del turno magari come una delle due migliori terze. Il livello non è più quello di fine anni ’90/inizio anni ’00, ma una buona quadratura tattica e le zuccate di Santader potrebbero fornire ai paraguaiani risultati ed entusiasmo.

Girone C

E’ il gruppo della morte: Uruguay, Ecuador, Cile e Giappone. Gli uomini del Maestro Tabarez partono favoriti, inutile negarlo, ma attenzione perché ogni partita potrebbe regalare una sorpresa e steccare l’esordio potrebbe già mettere in difficoltà qualcuno. Cavani, Suarez, Godin, Gimenez, Torreira, De Arrascaeta e Vecino: un mix di qualità, esperienza internazionale e (la tanto utilizzata) “Garra Charrua”, che sulla carta regala un netto vantaggio agli uruguaiani.

Poi Ecuador e Cile. Due formazioni, allenate rispettivamente da Hernan Dario Gomez e Reinaldo Rueda, che sono a caccia di una “ristrutturazione” dopo la mancata qualificazione ai Mondiali 2018. Gli ecuadoriani, ancora rappresentati in campo da un simbolo come Antonio Valencia, sapranno arrampicarsi come il loro connazionale Richard Carapaz per andare a conquistare vette elevatissime? E i cileni, che addirittura difendono il doppio titolo maturato nelle stagioni 2015 e 2016, troveranno la forza per uno storico tris?

Domande difficili a cui rispondere, ma che si dovrà porre anche il Giappone. I nipponici sono infatti gli invitati speciali nel ballo sudamericano di quest’estate. Un gruppo, quello di Hajime Moriyasu, che presenta un mix di giovani – che giocano in Patria – e rappresentanti più esperti come Okazaki, il portiere Kawashima e Shibasaki.

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Foto : Photo-Works-Shutterstock.com

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