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F1, quanti smacchi politici per la Ferrari! I casi Vettel e Leclerc, la sconfitta sulle gomme: Maranello costantemente penalizzata

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Gira e rigira, la Ferrari rimane sempre con pugno di mosche in mano. La scuderia di Maranello, dopo anni nei quali era considerata la più forte in pista e anche fuori, con Jean Todt e Ross Brawn, ora deve fare i conti con una situazione ben differente. Sia ben chiaro, pensare a dietrologie o giochi di potere è quasi sempre errato e non aiuta il clima interno di un team, ma si può affermare senza paura di essere smentiti, che la scuderia con il Cavallino Rampante sia poco fortunata a livello di decisioni della FIA o delle direzioni di gara in giro per il Mondiale di Formula Uno.

Nelle ultime settimane, poi, questi “schiaffi” a livello politico sono stati due, importanti, e sempre contrari. Il primo capitolo della saga Ferrari-FIA è stato scritto con gli ormai celebri 5 secondi di penalità inflitti a Sebastian Vettel dopo il taglio della chicane 3-4 di Montreal nel corso del GP del Canada con il rientro in pista del tedesco che ha chiuso la strada a Lewis Hamilton. In quel caso la direzione di gara ha atteso qualche minuto e ha comminato la penalità al ferrarista che, in quel modo, non ha potuto che cedere la vittoria al rivale inglese. Al termine della gara, e dello sfogo di Vettel, è partito un coro di voci contrarie a tale decisione che ha costretto la Federazione a promettere un passo indietro con una sorta di “Jolly” che un pilota può sfruttare nel corso del Gran Premio prima di una squalifica immediata.

Questo passo indietro, se così si può definire, è arrivato proprio oggi. Una beffa al contrario per la Ferrari che ha visto il proprio pilota Charles Leclerc dover rinunciare al successo dopo un attacco abbastanza duro e deciso di Max Verstappen nel finale di gara del Red Bull Ring. Con il vecchio modo di concepire i duelli in pista l’olandese doveva essere penalizzato, come accaduto a Vettel, ma ora si può pensare che la FIA abbia optato per il cosiddetto “Jolly” e ha graziato il portacolori della Red Bull.

Gira e rigira, quindi, la Ferrari ci rimette. Quando un suo pilota compie un impedimento in qualifica l’arretramento in griglia arriva puntuale (come successe proprio in Austria a Vettel 12 mesi fa) mentre a Hamilton, dopo una sfilza di occasioni simili, la prima penalità è arrivata solamente sabato dopo il clamoroso blocco a Kimi Raikkonen.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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