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Ciclismo
Fabio Aru: “Sto bene e sono felice”. Obiettivo Vuelta per il sardo
Fabio Aru può finalmente tornare a sorridere. Il corridore della UAE Emirates è rientrato in gara al GP Lugano 2019 ad oltre due mesi di distanza dall’operazione all’arteria iliaca, causa individuata del rendimento decisamente al di sotto delle aspettative nelle ultime stagioni. La prestazione del 28enne sardo è stata sicuramente soddisfacente: al di là del 22° posto finale, tanto lavoro per la squadra e un ruolo fondamentale nel successo finale di Diego Ulissi. Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, il vincitore della Vuelta 2015 ha raccontato le proprie sensazioni, sottolineando subito la necessità di mantenere un profilo basso e continuare a lavorare con serietà ed impegno in vista della corsa a tappe spagnola, obiettivo stagionale.
Aru ha elogiato in primo luogo l’ottimo lavoro della squadra: “Abbiamo controllato la corsa dall’inizio alla fine, in pratica. Ci ha aiutato anche la Bahrain- Merida, ma siamo riusciti a prendere da subito il comando delle operazioni. Il piano era proprio quello di fare un’azione a 2 giri dalla fine. Ha tirato prima
Marcato, forte. Poi è passato Polanc, poi ancora è toccato a me e davanti i compagni hanno finalizzato benissimo. Una bella prova“. Il corridore sardo ha poi sottolineato il sostegno del pubblico di “casa”, dato che da diverse tempo risiede proprio nella cittadina svizzera: “Mi mancava, sinceramente, questo calore. Specie da parte dei ragazzini. Al Giro d’Italia ero passato a trovare la squadra ma in hotel, senza andare in partenza o all’arrivo. La felicità del rientro ce l’avevo addosso da qualche giorno, da quando si era deciso che corressi a Lugano. Si è aggiunta quella per essere stato a mio agio».
Le sensazioni al rientro sono state sicuramente positive: “Mi sono sentito subito bene! L’ultima gara che avevo fatto risaliva al 12 marzo, alla Parigi-Nizza. Quasi tre mesi fa. E penso che nessuno dei partecipanti fosse reduce da uno stop così lungo. C’è chi veniva dal Giro d’Italia, chi da altre gare… Lo stare in gruppo è molto diverso dal pedalare in allenamento, e così il primo giro è stato particolare. Passato quello, mi sono sentito padrone della situazione“. Rispondendo ad una domanda, Aru ha dichiarato anche di essersi sentito un po’ come al primo giorno di scuola: “Quando a due giri dalla fine abbiamo fatto l’azione decisiva, sono rimasto con Chaves e il mio compagno Pogacar. Esteban non è uno sconosciuto e ha appena firmato una tappa al Giro, va forte. E Pogacar è fresco di titolo sloveno a cronometro, a maggio ha vinto il California… Insomma, ero piacevolmente sorpreso, contento. Sì, emozionato, perché l’ultimo anno e mezzo ho sofferto a non essere più capace di stare nel vivo delle gare. Invece stavolta ci sono riuscito».
Sull’immediato futuro il corridore della UAE Emirates ha ribadito la propria intenzione di prendere parte con ambizioni alla Vuelta 2019: “Con la squadra avevamo valutato la possibilità che io disputi il Giro di Slovenia, dal 19 al 23 giugno, il campionato italiano del 30 e il Giro di Polonia ad agosto come percorso verso la Vuelta. Resta l’ipotesi principale anche se invece del Giro di Slovenia si potrebbe inserire il Giro di Svizzera, che comincia sabato. Lo decideremo molto presto. In ogni caso, avere ricominciato riveste una importanza fondamentale. Rispetto all’allenamento, la gara è davvero un’altra storia“. Le conseguenze dell’intervento sembrano invece ormai alle spalle: “Ho avuto un ematoma nei primi 10-15 giorni che doveva riassorbirsi, perché sono entrati dalla zona inguinale. Adesso va tutto bene“.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Valerio Origo
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