Ciclismo
Giro d’Italia 2019, i rimpianti di Vincenzo Nibali. Tra Ceresole Reale e Courmayeur lo Squalo ha perso la Maglia Rosa
Anche il Giro d’Italia 2019 è andato in archivio. Il nostro Vincenzo Nibali non è riuscito a portare a casa la vittoria finale per 1’05”, soltanto sessantacinque secondi tra lui e la tanto ambita tripletta; ma più di così non si poteva fare davanti alla superiorità e alla tattica di Richard Carapaz e del suo Team Movistar. Un secondo posto che comunque sia vale oro, l’undicesimo podio in una grande corsa a tappe in quattordici anni di professionismo, a quasi 35 anni, quando ormai lo Squalo dello Stretto si trova all’apice di una carriera che lo ha consacrato come il faro del ciclismo italiano del ventunesimo secolo.
Ma nonostante tutte le gioie che è riuscito a regalare finora, vanno anche fatti i calcoli dei momenti esatti in cui il capitano della Bahrain-Merida si è giocato i secondi necessari per poter conquistare la 102^ edizione della Corsa Rosa. Il messinese ha sicuramente stupito nelle cronometro, ma non è apparso il Vincenzo Nibali di sempre in salita. Ha cercato di fare la differenza in discesa, ma ha sempre e comunque trovato dietro di sé un Richard Carapaz imbattibile, e forse più furbo, più reattivo; supportato in maniera egregia da un Mikel Landa che più che un gregario, è apparso come un secondo leader per la compagine spagnola. Per non parlare del resto della squadra e un gruppo sempre compatto e impeccabile al fianco del capitano ecuadoriano. Un mix di astuzia e tattica nettamente superiore a tutte le altre, Bahrain-Merida compresa.
Parlando in particolar modo dei distacchi, come detto in precedenza, Vincenzo ha avuto dalla sua le cronometro, sin dall’inizio con quella di Bologna in cui ha stupito con un ottimo terzo posto, mentre Richard è stato costretto ad incassare come da pronostico, chiudendo al quattordicesimo posto e a 28″ dal siciliano. Ma il riscatto del sudamericano è arrivato quasi subito con la prima tappa chiave, quella di Frascati da lui conquistata, con Nibali quindicesimo a 18″. In una sola frazione Carapaz è riuscito a recuperare diverse posizioni ma soprattutto si è avvicinato prepotentemente al messinese, piazzandosi a 42″ da lui. Il tutto in vista di San Marino dove sapeva fin da subito che avrebbe perso tanto; e così è stato. Vincenzo è riuscito a stupire nuovamente con una cronometro da incorniciare tutta all’inseguimento di Primoz Roglic, che in quei giorni era l’uomo più temibile per la vittoria finale (anche se poi le salite lo hanno smentito). Quarto Nibali, undicesimo Carapaz, a 50″ dal capitano della Bahrain ma a ben 1’18” nella classifica generale.
Finite le temutissime cronometro, la parola è passata alle montagne, dove tutti si aspettavano una lotta serrata, giorno dopo giorno; ma che alla fine non c’è stata, o meglio, le salite non sono riuscite a fare tutta questa grande differenza. Così è entrata in gioco la tattica Movistar, i gregari in fuga, Landa in supporto di Carapaz dopo una prima parte di Giro sotto le aspettative. Ma alla fine gli spagnoli sono scesi in campo, Mikel è tornato quello dei tempi migliori, e Richard ha iniziato a prendere iniziativa e ad attaccare. Il tutto si è deciso già dalle prime ascese piemontesi. Perché l’ecuadoriano è andato alla caccia del Giro sin da Ceresole Reale in cui ha chiuso al quarto posto mentre Nibali all’ottavo: a ben 1’19” dall’ormai capitano designato della Movistar. Richard si ritrova così a soli 13″ dallo Squalo.
Ma il colpo secco non si è fatto attendere, ed ecco l’attacco decisivo a Courmayeur, dove Carapaz se ne va tutto solo, viene sottovalutando sperando nelle successive Dolomiti, e invece no. Nessuno è in condizione come lui, nessuno ce la fa a scattare come il ventiseienne. Richard vince, Vincenzo è terzo ma a ben 1’54”. Il 26enne nativo di Tulcán è maglia rosa, il siciliano è secondo, ma a ben 1’47”. Ma in fin dei conti il Giro è ancora lungo, tutti aspettano la terza settimana per dare il segno e riscattarsi nel nord est; ma questo non avviene. Tutti vengono letteralmente bloccati dalla superiorità della squadra della maglia rosa, di Landa che continua a coprire il capitano, un Carapaz inattaccabile in salita e pure in discesa, in cui neanche Vincenzo riesce a fare la differenza. Ad Anterselva il leader è secondo, lo Squalo 26° a 7″, quindi a 1’54”; e questo distacco non si smuoverà più, neanche a Croce d’Aune, la tappa decisiva che vede esultare Bilbao, e i big tutti assieme. Carapaz era ormai irraggiungibile, troppo in condizione, con una Movistar tornata quella dei tempi del Giro di Quintana.
E così Verona non è riuscita a fare la differenza; quasi due minuti da recuperare erano fin troppi anche per un Nibali che ha letteralmente stregato nelle cronometro di questo Giro. Richard ha fatto i suoi ultimi 17 km con il suo passo, Nibali ha recuperato 49″, tantissimi, ma non sufficienti. Il Giro d’Italia 2019 si chiude così, con 1’05” di distacco tra Carapaz e il nostro capitano azzurro, che nonostante l’esperienza e la condizione, ha trovato davanti a sé un giovane corridore più furbo, più fresco, più brillante in salita. Vincenzo ammette la sconfitta, la superiorità della compagine spagnola, e di una maglia rosa strameritata che ha saputo puntare sulle tappe giuste per inseguire un sogno che lo ha iscritto per sempre tra i grandi del ciclismo mondiale.
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Foto: Pier Colombo