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Giro d’Italia 2019: la grande esperienza di Vincenzo Nibali. In difficoltà sul Manghen, risorge e dà spettacolo nel finale. Il cuore dello Squalo

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Testa e cuore non sono mancati, come ci ha abituato da anni. Oggi però non c’è stato l’apporto massimo delle gambe, forse l’arma fondamentale per riuscire a fare la differenza in un tappone simile, con l’obiettivo di provare a ribaltare il Giro d’Italia 2019. Vincenzo Nibali riesce a difendersi e a conservare la seconda piazza in classifica generale, che con ogni probabilità sarà la posizione con la quale chiuderà questa Corsa Rosa. Niente da dire, chi gli è davanti è meritatamente primo: Richard Carapaz non ha lasciato scampo a nessuno dei rivali.

Coraggio ed esperienza, doti che con il passare delle primavere sono state l’arma in più per lo Squalo dello Stretto. Tre anni fa era riuscito in una frazione simile a ribaltare le cose, strappando la Maglia Rosa a Chaves proprio all’ultimo respiro. Oggi non è stato così. La Movistar è stata troppo forte, Carapaz ancor di più e le possibilità di riuscire nell’impresa erano davvero limitate. Nonostante manchi ancora la cronometro di domani per il siciliano arriva comunque un piazzamento di grandissimo valore. 

E pensare che sul Passo Manghen, subito dopo un inizio di tappa davvero frenetico, si poteva pensare ad un crollo drastico in classifica per lo Squalo. Nibali infatti non aveva retto lo scatto di Miguel Angel Lopez, con il quale erano rimasti i due Movistar Landa e Carapaz, preferendo salire con il proprio passo assieme a Primoz Roglic. Rientro facile in discesa, poi un tratto di riposo fondamentale per approcciare il gran finale: lì è risorto il vero Nibali che ha iniziato a dare spettacolo. Sulla prima scalata al Croce d’Aune assieme a Pozzovivo, in discesa in solitaria e poi con l’apporto dei Movistar l’azzurro è andato a guadagnare sempre più sugli altri rivali mettendo in ghiaccio il podio. Peccato per il successo di tappa che non è arrivato.

 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Lapresse

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