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Roland Garros 2019: malgrado il bel torneo di Salvatore Caruso e la top 10 di Fabio Fognini il bilancio dell’Italia è in… rosso
Non si può considerare positivo il bilancio complessivo dell’Italia nel Roland Garros 2019. In campo maschile i nostri portacolori hanno vinto 6 partite e ne hanno perse 9: certamente non siamo tornati al disastroso 2016, quando ci furono 6 sconfitte su 6, ma rispetto al 2017 (6 vittorie e 5 sconfitte) e soprattutto al 2018 (11 vittorie e 7 sconfitte) il consuntivo è in… rosso, eppure la nostra partecipazione non era così numerosa nel tabellone principale dal 2007.
Poche cose sono da salvare: il bellissimo torneo di Salvatore Caruso, che ha battuto lo spagnolo Jaume Munar e soprattutto il francese Gilles Simon prima di cedere al numero 1 del mondo Novak Djokovic, e l’ingresso tra i top 10 della classifica mondiale, per la verità atteso più dagli addetti ai lavori che da lui stesso, per Fabio Fognini. L’unica vittoria convincente delle tre che ha riportato il ligure, tutte in quattro set, è stata quella contro lo spagnolo Roberto Bautista Agut al terzo turno, poi la sfida persa contro il tedesco Alexander Zverev, che non era certamente nella sua forma migliore, come ha dimostrato poi il crollo nel secondo e terzo set con Djokovic, dimostra quanto sia ancora grande non tanto a livello di gioco ma soprattutto mentale il distacco di Fabio dai primi 5-6 del mondo, soprattutto sulla distanza di tre set su cinque.
Matteo Berrettini ha ceduto al secondo turno contro il norvegese Casper Ruud una partita che se avesse giocato al meglio non avrebbe mai dovuto perdere, ma probabilmente è subentrata nel tennista romano un po’ di stanchezza per una stagione sulla terra battuta intensa e ricca di soddisfazioni. Nessuno degli altri sei ha passato il primo turno: la più grande delusione è ovviamente Marco Cecchinato, che si è visto rimontare due set dal francese Nicolas Mahut perdendo tutti i punti guadagnati l’anno scorso con la stupefacente semifinale e domani crollerà al numero 39 del mondo. Non potevano fare di più un buon Lorenzo Sonego contro Roger Federer, un Andreas Seppi già bravo a strappare un set a Fognini, Thomas Fabbiano pur contro un Marin Cilic che non ha certo nella terra rossa la sua superficie preferita, e i qualificati Stefano Travaglia e Simone Bolelli, opposti rispettivamente ai francesi Adrian Mannarino e Lucas Pouille.
Qualche parola anche sulle donne: il nostro movimento femminile sta vivendo un momento di grande transizione tanto è vero che avevamo solo due tenniste nel tabellone principale, Jasmine Paolini e Giulia Gatto-Monticone, che hanno perso subito al primo turno, ma la seconda ha trascinato al terzo set la statunitense Sofia Kenin che poi ha battuto addirittura Serena Williams: niente male per una ragazza che a 31 anni ha finalmente realizzato il sogno di giocare nel main draw di un torneo del Grande Slam!
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Foto: LaPresse