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Tour de France 2019: operazione classifica per Vincenzo Nibali. Prime 10 tappe e Pirenei decisivi

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Un grande quesito aleggia ad otto giorni dal via del Tour de France 2019: Vincenzo Nibali, come ha dichiarato al termine del Giro d’Italia, si presenterà al via della Grande Boucle semplicemente per ambire a qualche vittoria di tappa ed alla maglia a pois di miglior scalatore, oppure sotto sotto cova la grande ambizione di lottare per un posto sul podio finale?

La risposta, di fatto, è arrivata dalle parole del preparatore atletico Paolo Slongo: “E’ la prima volta che Vincenzo prova ad affrontare sia Giro sia Tour per fare classifica“. Giù la maschera, dunque: il fuoriclasse siciliano ci proverà. Se poi dovesse rendersi conto di non poter reggere il passo dei migliori, allora strada facendo gli obiettivi diventeranno altri.

Partiamo da un presupposto: Nibali non avrebbe voluto partecipare al Tour. Il campionissimo siciliano avrebbe preferito disputare Giro e Vuelta, mettendo in atto un piano di avvicinamento e di allenamenti che già in passato si era rivelato fruttifero. E’ la squadra che ha di fatto “obbligato” lo Squalo, ritenendo strategica e prestigiosa (soprattutto per gli sponsor) una sua presenza in Francia. Una divergenza di vedute che ha contribuito a minare un rapporto già incrinato tra il fenomeno siculo e la Bahrein-Merida, le cui strade non a caso si divideranno al termine della stagione in corso, quando il vincitore della Grande Boucle 2014 si trasferirà alla Trek-Segafredo fino al 2021.

Nelle ultime settimane Nibali, insieme al fedelissimo compagno di squadra Damiano Caruso, ha effettuato un richiamo di preparazione in altura a Livigno, supportato anche dall’affetto della famiglia. Non sa cosa aspettarsi, Vincenzo. Da un lato l’ambizione di provarci, dall’altro il timore che le fatiche del Giro possano pesare in maniera decisiva. Da qui la decisione di non lanciarsi in inutili proclami e presentarsi al Tour a fari spenti: sarà la strada ad emettere il responso definitivo.

Vincere Giro e Tour nello stesso anno rappresenta ormai un’impresa titanica, riuscita per l’ultima volta a Marco Pantani nel 1998. Disputare entrambe le corse a tappe da protagonisti, con tanto di piazzamento sul podio, è invece possibile. E’ sufficiente tornare in dietro di un anno per trovare un doppio esempio di quanto si afferma: il britannico Chris Froome giunse primo al Giro e terzo al Tour, l’olandese Tom Dumoulin secondo sia nella Corsa Rosa sia nella Grande Boucle. Se mantenere l’apice della forma per due mesi appare oggettivamente quasi impossibile, una buona condizione e, soprattutto, la regolarità di campioni di questo calibro possono garantire sempre risultati di prestigio.

Un successo di tappa e la seppur folkloristica maglia a pois non aggiungerebbero nulla alla carriera sensazionale di Nibali. Al contrario, un podio consentirebbe allo Squalo di eguagliare Felice Gimondi come miglior italiano per numero di top3 nei grandi giri, portandosi inoltre a -1 dal record assoluto del francese Jacques Anquetil. Vincenzo (che formalmente racconta di non badare ai primati, ma sotto sotto li guarda eccome…) ne è consapevole ed inoltre dispone di un’esperienza infinita che gli consente di gestire al meglio le forze.

In quella che potremmo definire “Operazione classifica”, saranno decisivi i primi 10 giorni. Nella seconda frazione, la Bruxelles Palais Royal-Brussel Atomium, una cronometro a squadre di 27.6 km, il siciliano potrebbe addirittura guadagnare secondi preziosi su tanti rivali, potendo contare su una locomotiva come l’australiano Rohan Dennis, campione iridato in carica nelle prove contro il tempo. Un banco di prova cruciale si paleserà poi nel corso della sesta tappa con arrivo in salita a Le Planche des Belles Filles, una delle più dure in assoluto della Grande Boucle con 7 GPM ed un’ascesa finale di 7 km all’8,7% di pendenza media e massima addirittura del 24%: qui, nel 2017, vinse Fabio Aru. Se al termine di questa frazione Nibali avrà contenuto il distacco nei confronti dei principali pretendenti alla maglia gialla, allora potrà guardare con più ottimismo all’obiettivo podio. In caso contrario virerà verso traguardi meno ambiziosi, seppur affascinanti.

I Pirenei cominceranno solo dalla tredicesima frazione, senza dimenticare una cronometro il giorno successivo in cui il fuoriclasse italiano potrebbe far bene. Spazio alle Alpi, infine, nella terza settimana, quella che storicamente vede emergere le grandi doti di fondo e di recupero dello Squalo.

Sarà un Nibali che vivrà il Tour de France alla giornata. Qualora riuscisse a passare indenne Le Planche des Belles Filles ed i Pirenei, allora tutti dovrebbero fare i conti con uno dei più grandi interpreti di sempre delle corse di tre settimane.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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