Ciclismo
Vincenzo Nibali ha perso il Giro d’Italia a Courmayeur. Il tatticismo con Roglic ha spianato la strada a Carapaz
Vincenzo Nibali si è dovuto accontentare del secondo posto al Giro d’Italia 2019, lo Squalo salirà sul podio a Verona (undicesima volta in un Grande Giro) ma non riuscirà ad alzare al cielo il Trofeo Senza Fine come sognava alla vigilia della partenza da Bologna: il siciliano si è dimostrato il ciclista più completo, abile in salita e concreto a cronometro ma purtroppo non è bastato, era il corridore più esperto in gara ma ha commesso un’ingenuità che gli è costata cara. Il 34enne avrebbe tranquillamente potuto indossare la maglia rosa e conquistare la Corsa per la terza volta in carriera se non si fosse fatto prendere da un eccesso di tatticismo durante la tappa di Courmayeur: in quell’occasione, come nella frazione precedente con arrivo al Lago Serrù, ha deciso di marcarsi a uomo con Primoz Roglic e ha sottovalutato l’ecuadoregno puntando tutto sullo sloveno.
Un errore imperdonabile, riconosciuto dallo stesso Nibali, che ha impedito di lottare seriamente per la vittoria: attualmente accusa un ritardo di 1’54” da Carapaz (domani potrebbe guadagnare qualche secondo nella cronometro di Verona), un distacco accumulato proprio in quelle due frazioni di montagna quando ha deciso di non seguire il sudamericano capace di fare la differenza sulle pendenze più aspre di queste tre settimane. Il capitano della Bahrain-Merida e Roglic credevano di potersi giocare il trionfo in un testa a testa e invece si sono fatti sorprendere da un contendente inatteso alla vigilia, il 26enne doveva essere il gregario di Landa e invece ha stupito tutti confezionando un’impresa autentica per merito del proprio talento e grazie agli sbagli altrui.
Vincenzo Nibali ha cercato il ribaltone tra il Mortirolo e il tappone dolomitico odierno ma Carapaz si è dimostrato estremamente solido e inscalfibile dall’alto del suo vantaggio: ha preso quel margine importante in coda alla seconda settimana, ha indossato il simbolo del primato e non l’ha più mollato regalando una gioia incredibile al proprio Paese. Lo Squalo si consola con il secondo posto anche se sperava davvero di fare saltare il banco per entrare sempre di più nella storia del ciclismo, ricorderà a lungo il tatticismo di Courmayeur e Lago Serrù, quella marcatura a uomo con Roglic e quella battuta sui trofei lanciata al balcanico.
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Foto: Lapresse