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Ciclismo
Vincenzo Nibali, orgoglio e lucidità da fuoriclasse. Era il più completo, resterà il rimpianto di Courmayeur
Onore a Vincenzo Nibali. Lo Squalo ha disputato quest’oggi una delle tappe più intense e spettacolari della sua carriera, anche se non la migliore. Ha lottato con ardore, come un gladiatore stremato ma non piegato. Sul Manghen ha vissuto un momento molto difficile. E’ andato in grande difficoltà Vincenzo. Sulle aspre pendenze superiori al 10% non è riuscito a rispondere alla rasoiata di Miguel Angel Lopez, Richard Carapaz e Mikel Landa, a tratti faticando persino a tenere la ruota di Pavel Sivakov e Primoz Roglic. In quel frangente è emersa tutta la grande esperienza dello Squalo. Molti sarebbero andati alla deriva, il 34enne siciliano si è invece amministrato con sagacia. E’ salito con il proprio ritmo, si è nutrito ed è rientrato in discesa. Una lucidità da vero fuoriclasse.
Corridore di gran fondo che sa esaltarsi in tapponi come quello odierno con un dislivello di 5200 metri, Nibali ha recuperato brillantezza con il trascorrere dei chilometri. Nel finale è passato addirittura al contrattacco: prima la stoccata in discesa, poi attacchi a ripetizione sul Monte Avena. Ha corso per il primo posto, denotando una mentalità vincente che ne ha caratterizzato una carriera leggendaria. Peccato che il buon Carapaz, degnissimo vincitore di questo Giro d’Italia 2019, non abbia mai perso un metro.
Dal 2010 ad oggi Nibali ha preso parte per sei volte alla Corsa Rosa, salendo sempre sul podio (compreso quello che verrà formalizzato domani nella cronometro di Verona). Nella speciale classifica di tutti i tempi, il fenomeno siculo ha agguantato miti come Francesco Moser, Alfredo Binda, Giovanni Brunero e Jacques Anquetil. Inoltre Vincenzo celebrerà l’undicesimo podio in carriera in una corsa a tappe (6 al Giro, 2 al Tour, 3 alla Vuelta), superando Gino Bartali e portandosi ad una sola lunghezza da Felice Gimondi.
Numeri che consolidano la posizione del siciliano tra le pietre miliari del pedale tricolore. Eppure resterà per sempre il grande rimpianto per un Giro d’Italia oggettivamente un po’ buttato via. Pensiamo infatti alla tappa di Courmayeur, quando il tatticismo esasperato tra Nibali e Roglic consentì a Richard Carapaz di guadagnare 1’54”, guarda caso proprio l’attuale distacco in classifica dell’italiano.Un vero peccato, perché lo Squalo non sarà forse stato il migliore in salita in queste tre settimane, ma di sicuro va considerato come il corridore più completo. “Se corri così il Giro non lo vinco io, ma non lo vinci nemmeno tu“, disse Nibali a Roglic nella tappa incriminata. Parole profetiche che, a posteriori, fanno male. L’aver battezzato l’avversario sbagliato ha impedito di abbattere il record di Fiorenzo Magni, che resta dunque il vincitore più anziano del Giro.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Lapresse