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Wimbledon 2019, analisi tabellone maschile: Federer fortunato, tanti ostacoli per Nadal. Djokovic a metà strada, agli italiani poteva andar meglio

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Diversi spunti di interesse arrivano dal tabellone principale dell’edizione 2019 del torneo di Wimbledon, dalla prima riga della parte alta, quella occupata dal detentore Novak Djokovic, all’ultima della parte bassa, appannaggio di Roger Federer. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci si può aspettare, dividendo idealmente il tabellone in quattro quarti.

Nel primo quarto troviamo subito Djokovic nel suo esordio con il tedesco Philipp Kohlschreiber, un remake di quanto già accaduto nel 2015 (vinse il serbo con un triplo 6-4). La sorte non è stata cattivissima con il serbo, ma nemmeno del tutto benevola: il terzo turno, più che il connazionale Dusan Lajovic, potrebbe riservargli uno tra il polacco Hubert Hurkacz o, con minor probabilità, un eventualmente redivivo Ernests Gulbis, che l’anno scorso sui sacri prati ha eliminato Alexander Zverev. Può essere molto interessante l’ottavo di finale con uno tra il prodigio canadese Felix Auger-Aliassime e il funambolico francese Gael Monfils, sempre se Grigor Dimitrov non deciderà di rimettere la bandiera bulgara in giro per i posti che contano, mentre il nostro Lorenzo Sonego può puntare a dar fastidio al succitato Monfils. Il quarto dei sogni di molti sarebbe tra Djokovic e Stefanos Tsitsipas, ma il greco ha ostacoli uno dietro l’altro sul suo cammino: Thomas Fabbiano in fiducia, l’intramontabile croato Ivo Karlovic e i suoi servizi da un albero (azzeccata definizione di Federer), il beniamino di casa Kyle Edmund e poi il russo Daniil Medvedev, semifinalista al Queen’s. Poca fortuna per gli italiani: detto di Fabbiano, Andrea Arnaboldi incoccia in Karlovic e Paolo Lorenzi in Medvedev.

Grande incertezza nel secondo quarto, sorvegliato dall’alto da Kevin Anderson. Il sudafricano, finalista un anno fa, non è però nelle migliori condizioni: è tornato al Queen’s dopo quattro mesi e ha perso da Gilles Simon al secondo turno, e di sicuro non è nella sua forma migliore, oltre a dover giocare contro un altro francese, Pierre-Hugues Herbert, proveniente dalla semifinale a Halle. In tanti potrebbero occupare il suo spazio, compreso il nostro Andreas Seppi, che spesso e volentieri a Wimbledon ha saputo far bene pur senza mai riuscire ad arrivare ai quarti. In questo senso il favorito appare il canadese Milos Raonic, atteso però da un paio di buoni erbivori (l’indiano Prajnesh Gunneswaran e l’olandese Robin Haase) prima di scontrarsi con lo svizzero Stan Wawrinka. Potrebbe finalmente scoccare l’ora di Alexander Zverev, ma sul tedesco ci sono le incognite del ceco Jiri Vesely e, nei fatti, del proprio stesso rendimento. Se Benoit Paire, per una volta, decidesse di mettere a posto i pezzi del puzzle, allora in Francia potrebbero iniziare a pensare a qualcosa di buono.

Il terzo quarto si apre con l’immenso pericolo che corre l’austriaco Dominic Thiem, che già non ama l’erba e oltretutto deve affrontare l’attualmente finalista ad Antalya Sam Querrey, e l’americano ai Championships in semifinale ci è già arrivato. Potrebbe, anzi, arrivare senza tanti pensieri agli ottavi, per quanto esista l’australiano John Millman, ormai assurto al ruolo di disturbatore ufficiale degli Slam (nel senso buono). C’è un rebus nello spot di Fabio Fognini: l’azzurro ha nell’americano Frances Tiafoe un avversario complicato, ma se ce la facesse potrebbe aprirsi una buona strada nonostante l’erba non sia la sua superficie preferita e al terzo turno ci sia il francese Gilles Simon (che ritrova Salvatore Caruso). Scendendo ancora, l’occhio cade su due elementi: un gran primo turno tra il croato Marin Cilic e il francese Adrian Mannarino su un fronte, le difficoltà di Rafael Nadal dall’altro. Passato lo scontro con il giapponese Yuichi Sugita, al secondo turno tutti attendono lo scontro tra il mancino di Manacor e Nick Kyrgios (ammesso che l’australiano abbia la testa sulle spalle) e al terzo quello con uno tra il francese Jo-Wilfried Tsonga e il canadese Denis Shapovalov, che però sull’erba finora non ha reso molto bene.

Nell’ultimo quarto, scorrendo verso il fondo, è impossibile non far cadere l’occhio su Roger Federer. Per lui ci sono due turni apparentemente facili per arrivare, presumibilmente, al vincitore del derby francese tra Lucas Pouille e Richard Gasquet. L’unico ostacolo serio può essere il croato Borna Coric, che ha già impegnato o battuto lo svizzero in passato, negli ottavi. L’altro posto nei quarti di finale non ha un padrone chiaro: il giapponese Kei Nishikori tra i migliori otto ci è arrivato solo lo scorso anno, e questa volta potrebbe cadere sotto i colpi di Alex de Minaur (l’australiano esordisce, come un anno fa, contro Marco Cecchinato). Tantissimi i candidati almeno al secondo lunedì, prima ancora che al secondo mercoledì: Matteo Berrettini, Tomas Berdych e John Isner, tutti nello stesso spot di terzo turno. L’italiano è in gran forma, il ceco è al primo match da Miami e oltretutto ha in Taylor Fritz un avversario complesso, mentre l’americano ha una motivazione più che valida: la semifinale da difendere.

Aggiornamento: intorno alle 12 si è avuta la notizia del ritiro di Coric; il suo posto in tabellone viene preso da Berrettini, che dunque debutta contro Aljaz Bedene e si trova nell’ottavo di Federer, mentre Jan-Lennard Struff va a occupare il ruolo di testa di serie numero 33 contro il moldavo Radu Albot

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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