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Wimbledon 2019: dopo la battuta d’arresto del Roland Garros Novak Djokovic vuole il pokerissimo sui prati londinesi
La sconfitta nell’arco di due giorni nella semifinale del Roland Garros contro Dominic Thiem è sicuramente stata un brutto colpo per Novak Djokovic che ora però è pronto a continuare la sua corsa da numero 1 a Wimbledon, uno dei tornei del Grande Slam nel quale si trova meglio, a parte ovviamente l’Australian Open, da lui conquistato per ben sette volte.
A Parigi il serbo avrebbe potuto vincere il quarto Major consecutivo, come riuscì a fare tra il 2015 e il 2016, invece dovrà “accontentarsi” di cercare sui prati londinesi di conquistare il quarto Slam degli ultimi cinque e anche di andare a caccia del pokerissimo nel torneo più prestigioso del mondo. I numeri aiutano le sue speranze: Nole ha già trionfato sull’erba della capitale britannica nel 2011, 2014, 2015 e 2018, quindi è campione in carica, e col suo gioco, fatto di un impressionante timing dal fondo, e di una risposta al servizio che è la migliore del circuito, ha tutte le carte in regola per centrare l’obiettivo.
Unica riserva su di lui, la sua tenuta mentale nei momenti importanti del match, che ultimamente ogni tanto l’ha tradito, anche se, come abbiamo visto, nei Major centra quasi sempre il bersaglio grosso. E’ ancora numero uno del mondo, e anche molto nettamente, ma quest’anno, oltre agli Australian Open, ha vinto solo sulla terra rossa di Madrid. Tuttavia a Wimbledon ha un record di 65 partite vinte e 10 perse in 14 precedenti partecipazioni: numeri piuttosto significativi, una percentuale non lontana da quella di Pete Sampras, che ha alzato il trofeo sette volte tra il 1993 e il 2000 ma che nei primi anni di carriera perse due volte al primo turno e una al secondo.
Insomma, Djokovic è forse il candidato più accreditato per la vittoria finale, ma se Roger Federer giocherà al suo meglio e se Rafael Nadal tornerà ai suoi migliori livelli anche sull’erba potrebbe avere la vita molto dura.
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Foto: LaPresse