27 Km all’attacco fatti di pura follia, innato talento, cattiveria agonistica e determinazione che hanno ribadito perché quando si tenta di fare paragoni si cerca un po’ dappertutto, anche se spesso l’unico riferimento plausibile è sua maestà Eddy Merckx. Ieri si è presentato così al pubblico italiano dell’Adriatica Ionica Race Remco Evenepoel (Deceuninck Quick-Step), una sorta di alieno venuto da Marte per dominare sulla Terra anche se sulla carta d’identità compare la nazionalità belga, nel tentativo di mettere a tacere qualche dubbio.
Lo stesso documento riporta un dato alquanto imbarazzante un po’ per tutti, Remco Evenepoel è nato il 25 gennaio 2000. Sì, tutto vero, a diciannove anni sta dimostrando di poter dominare il Mondo senza battere ciglio, anzi con una certa consapevolezza dei propri mezzi. Eppure, già lo scorso anno, qualcuno aveva capito la portata di questo fenomeno totale che si era preso i Campionati Europei juniores con 9’ sul più immediato inseguitore, mentre ai Mondiali di categoria ha vinto, meglio dominato, la cronometro e dato spettacolo nella prova in linea che lo aveva visto anche staccato a causa di una caduta.
Insomma, si poteva intuire che quel corridore sarebbe potuto diventare forte subito, ma la situazione inizia a farsi complicata per gli avversari. Il doppio salto di categoria che lo ha portato a saltare l’esperienza tra gli Under 23 per passare direttamente al professionismo doveva essere una forzatura ed invece il fenomeno classe 2000 non ha sentito la pressione, incanalando subito una serie di risultati alquanto positivi: la vittoria di tappa e la classifica finale del Baloise Belgium Tour, oppure il terzo posto nella cronometro dei campionati nazionali belgi davanti a gente come Victor Campenaerts, campione europeo della disciplina.
Ieri, però, è arrivata la prima meraviglia sulle strade del Bel Paese con un’azione semplicemente devastante. Esattamente come era successo nella vittoria al Giro del Belgio, il predestinato per eccellenza si è cavato di ruota tutti gli avversari incapaci di mantenere il suo ritmo folle. Dopo aver seguito lo scatto di Jasha Sutterling (Movistar) su uno dei tanti muri di un finale movimentato tipico delle classiche di primavera, è stato lui in prima persona ad attaccare lasciando letteralmente sul posto la compagnia, piombando nel giro di poche pedalate su Fausto Masnada (Androni Sidermec). Un’azione splendida, espressa con una pedalata semplicemente perfetta che fa rendere tanto il concetto di potenza, quanto quello di agilità e che renderà caratteristico questo splendido atleta.
La discesa ha poi mostrato come si stia lavorando, anche parecchio, sulle capacità di giuda di un ragazzo che solo da due anni e mezza è in sella alla bicicletta; in precedenza, infatti, giocava a calcio e con ottimi risultati: prima nelle giovanili dell’Anderlecht, poi al PSV Eindhoven, ma soprattutto frequentava le nazionali giovanili belghe. I lampi di genio tramutati in saltelli per evitare i dossi per le macchine sulla strada sono stati intervallati da alcune curve prese piuttosto male, un piccolo difetto che verrà limato con il passare del tempo.
Ma tornando all’impresa titanica di ieri, l’ultimo a mollare la ruota è stato appunto l’azzurro Fausto Masnada, che per una decina di chilometri ha fatto compagnia ad Evenepoel nella sua azione. Una distanza che però lo ha visto in tutto e per tutto spettatore visto che al belga è riuscito a dare solo un cambio, tante era potente l’impeto dell’avversario. Poi, su uno dei tratti in salita del finale che ha portato la corsa a Monte Quirin, Masnada ha perso uno, due, poi tre metri prima di alzare definitamente bandiera bianca. Più indietro anche il gruppo arrancava e nel giro di qualche chilometro si è ritrovato a quasi 2’30” di ritardo dalla stella nascente del ciclismo mondiale.
Se sull’ultimo strappo che portava fino alla linea d’arrivo, osannato come un eroe in patria dai presenti, Evenepoel non ha accusato nulla rispetto al gruppo scatenato alle sue spalle, ecco che si iniziano a definire alcuni dei tratti di quello che può essere un dominatore. Al momento è possibile etichettarlo come un fenomeno pronto ad esplodere in tutta la sua bellezza, tanto nelle corse a tappe quanto nelle gare di un giorno. Ora bisognerà capire che ne sarà di lui nel finale di stagione, difficilmente lo vedremo al via della Vuelta a España, uno sforzo troppo duro per un giovanissimo come lui. Possibile però vederlo nelle gare di un giorno, dove chissà non possa già essere protagonista, anche solo in appoggio ai capitani di una formazione, la Deceuninck, che lo custodirà al meglio lanciandolo al momento giusto che sicuramente arriverà.
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Foto: Facebook Adriatica Ionica Race