Beach Volley
Beach volley, Amburgo 2019. Il Mondiale più bello: Italia più vicina al tris per Tokyo ma i top team sono ancora lontani
In undici edizioni del Campionato del Mondo disputate fino a dieci giorni fa l’Italia aveva centrato solo due volte i quarti di finale, sempre al femminile, nel 2001 con Bruschini7Solazzi e nel 2013 con Menegatti/Cicolari. In un colpo solo l’Italbeach presente ad Amburgo 2019 ha saputo fare in dieci giorni meglio di 22 anni di storia azzurra di questa disciplina: tre coppie nei quarti di finale, roba da stropicciarsi gli occhi, da mettere firma enormi alla vigilia del torneo, roba importante che è giusto celebrare con la dovuta enfasi.
Era un’Italia un po’ incerottata, quella che si presentava all’appuntamento iridato, Lupo/Nicolai reduci da un lungo stop, Menegatti/Orsi Toth reduci da uno stop meno lungo ma comunque fastidioso, Ranghieri/Caminati fermi per tutto l’anno scorso e sempre sul chi va là per via del ginocchio ballerino di Ranghieri. A rivitalizzare l’ambiente, forse, ci ha pensato il clamoroso ripescaggio dell’ultimo minuto di Rossi/Carambula, a cui la Fipav e, di conseguenza il comitato organizzatore, avevano preferito Ranghieri/Caminati nell’assegnazione della wild card. L’arrivo della coppia seconda a Sydney e quarta a Doha è probabilmente servita da stimolo per tutti, che hanno messo da parte acciacchi e ritardi di preparazione ed hanno giocato un grande torneo iridato.
Le due coppie di punta, Lupo/Nicolai e Menegatti/Orsi Toth si sono superate nella prima parte del torneo: solo vittorie, prove convincenti e qualità di gioco elevata. Non sono mancati i rischi nelle prime partite della fase ad eliminazione diretta, in particolare per Menegatti/Orsi Toth che erano praticamente fuori ai sedicesimi contro le argentine Gallay/Pereyra ma si sono salvate con carattere e determinazione che appartiene solo alle grandi coppie. Stessa cosa, con qualche patema in meno, per Lupo/Nicolai soprattutto nella sfida con i veterani Slick/Allen negli ottavi, battuti 15-13 al tie break. Ad accomunare i due binomi più importanti del movimento azzurro anche l’unica nota stonata del torneo iridato, la modalità di fuoriuscita nei quarti di finale. E’ vero: dall’altra parte per Menegatti/Orsi Toth c’erano quelle che poi sarebbero diventate campionesse del mondo, le canadesi Pavan/Humana-Paredes e per Lupo/Nicolai i norvegesi Mol/Sorum che si presentavano al match con un ruolino di marcia di 70 successi contro 5 sconfitte nell’ultimo anno e otto tornei vinti, però entrambe le rese dei binomi azzurri sono state incondizionate, quasi non ci fosse la voglia di reagire alla superiorità avversaria. Un aspetto su cui lavorare in vista dei prossimi impegni e di Tokyo 2020. I tedeschi thole/Wickler hanno insegnato, non più tardi di sabato sera, che osando, rischiando, credendoci, nessuno è imbattibile.
Un discorso a parte meritano Rossi e Carambula che a questo Mondiale non ci dovevano essere e che invece sono arrivati all’ultimo, hanno impressionato per la qualità e l’estro del gioco ed hanno vinto partite importanti e difficili, mettendosi alle spalle coppie importanti come i cechi Perusic/Schweiner e i belgi Koekelkoren/Van Walle nel girone e superando nella fase ad eliminazione diretta gli svizzeri Heidrich/Gerson e gli austriaci Seidl/Waller con autorità. Al primo scoglio duro, però, gli azzurri si sono fermati perdendo in due set, non senza lottare contro i russi Stoyanovskiy/Krasilnikov che, per caratteristiche tecniche, sono l’antidoto migliore alla verve della coppia allenata da Solustri. Se tre indizi fanno una prova, comunque, dopo la finale di Sydney e la semifinale di Xiamen, è arrivato il quinto posto mondiale per questo binomio che, di questo passo, potrebbe prendersi ancora tante soddisfazioni e tentare la scalata in classifica per agganciare un posto a Tokyo 2020.
La delusione, ma fino a un certo punto perchè il livello attuale è più o meno quello, riguarda la mancata qualificazione ai sedicesimi di Ranghieri e Caminati ma il girone in cui erano stati inseriti gli azzurri era complicatissimo e il sorteggio dei lucky losers non li ha certo favoriti, mettendoli di fronte ai padroni di casa Bergman/Harms che qualche scalpo nobile lo avevano già messo in tasca durante la stagione. La qualità c’è in questa coppia, serve più amalgama e un po’ più di tranquillità e le potenzialità per crescere non mancano di certo.
In chiusura l’Italia, in vista della qualificazione olimpica, può aspirare al massimo che, al momento, sarebbe la qualificazione di due coppie maschili e una femminile. Serve continuità e anche la fortuna che in questo caso si traduce con salute. Saranno molto importanti i prossimi due mesi, con tornei come Gstaad, Vienna e Roma che distribuiscono tanti punti in chiave qualificazione olimpica. Farsi trovare pronti e non subire passi falsi è fondamentale per coltivare il sogno a Cinque Cerchi.
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Foto Fivb
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