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Davide Cassani: “A La Planche des Belles Filles capiremo quale sarà il Tour di Nibali. Per Aru una preparazione in vista della Vuelta”

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Davide Cassani, commissario tecnico della Nazionale, ha fatto con noi un punto della situazione di quello che stiamo vivendo in questo “giro di boa” della stagione in corso. Tra le difficoltà del ciclismo italiano, preoccupato per la nuova riforma dell’UCI che sconvolgerà soprattutto le squadre Professional tricolori, e al contempo la consapevolezza di avere nel nostro Paese ancora tante belle speranze per il presente e il futuro del ciclismo azzurro, Cassani dà un giudizio personale sugli uomini che cercheranno di tenere alto l’onore del nostro Paese al Tour de France, ossia Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Passa poi a ciò che lo attenderà a fine settembre: il Mondiale nello Yorkshire e alle decisioni che dovrà prendere in questi mesi di avvicinamento. Non prima di aver parlato del movimento giovanile italiano e del suo rilancio.

Innanzitutto vorrei parlare della riforma UCI delle venti squadre World Tour e le due wild card per i grandi Giri. Un grave danno per il ciclismo italiano.

“Non è una bella notizia per il nostro ciclismo. Perchè alla fine, non avendo squadre World Tour ma soltanto formazioni Professional, c’è il rischio che qualcuna non riesca a partecipare al Giro d’Italia. E se una squadra italiana non fa il Giro, è un grosso problema. Non penso che le nostre squadre Professional possano diventare World Tour, perchè i budget sono completamente diversi. Quindi l’unica soluzione potrebbe essere quella di aumentare il numero delle squadre al Giro d’Italia; almeno una in più”.

Passiamo a Davide Ballerini. La vittoria ai Giochi Europei è stata la conferma del suo grande potenziale?

“Davide è cresciuto molto. È un corridore che ha dimostrato di poter ambire a traguardi importanti; perchè è giovane, forte, sta crescendo anno dopo anno. Questa è la sua prima stagione in una squadra World Tour ed è maturato bene in Androni. Quindi, secondo me, adesso è in grado di poter puntare a successi ancor più rilevanti”.

Vincenzo Nibali può pensare di fare classifica al Tour de France o si accontenterà di lottare per le tappe? Avrebbe senso per uno come lui a 34 anni?

“Penso che la scelta la stabilirà tappa dopo tappa, perchè non andrà al Tour pensando di uscire subito di classifica. Secondo me vivrà la giornata. Si è preparato, sapeva sin da inizio stagione che doveva fare Giro e Tour. Intanto ha fatto un ottimo Giro d’Italia e quindi alla Grande Boucle cercherà di vedere cosa potrà ottenere. Penso che possa fare anche classifica; poi se dovesse vincere una tappa, e se dovesse indossare la maglia a pois, andrebbe benissimo. Ma secondo me ha la tranquillità e l’età giusta per affrontare con una certa serenità questo Tour de France; anche perchè l’ha già vinto, è supportato da un’ottima squadra e quindi non deve dimostrare qualcosa. Lo vedremo probabilmente a La Planche des Belles Filles il Tour che potrà fare dal punto di vista della classifica”. 

Cosa si aspetta da Fabio Aru? Crede che questo Tour possa servirgli per ritrovare la condizione e, magari, pensare di fare classifica alla Vuelta?

“Penso di sì. Non credo che possa fare classifica al Tour de France perchè non ha la resistenza e il fondo di quelli hanno fatto tutta la stagione a pieno regime. Però il fatto che sia presente al Tour è già un qualcosa di importante e significativo; perchè vuol dire che ha superato bene l’intervento chirurgico. Dovesse vincere una tappa sarebbe un grande risultato. Soprattutto perchè ha bisogno di provare quelle sensazioni che gli saranno poi utili a fine stagione; probabilmente alla Vuelta”. 

Chi sono gli uomini da battere al Tour? Da chi dobbiamo aspettarci una sorpresa?

“Quest’anno non c’è l’uomo da battere, vista l’assenza di Chris Froome, di Tom Dumoulin; e poi Geraint Thomas non ha avuto molta fortuna sinora. Penso che uno dei grandi favoriti sia Egan Bernal. Perchè, anche se è ancora giovane, ha già fatto il Tour, è fortissimo in salita, lo ha già dimostrato; e soprattutto, è a capo della formazione più forte in assoluto. Però non possiamo dimenticare i francesi che è da anni che non vincono il Tour; anche perchè poi in questa edizione ci sono pochi chilometri a cronometro. Nairo Quintana, essendo un Tour da scalatori, con montagne che superano i 2000 metri, anche lui potrebbe dire la sua; così come Rigoberto Uran. I colombiani sono pericolosissimi. Bisognerà poi vedere anche i gemelli Adam e Simon Yates. Quest’ultimo arriva dal Giro ma potrebbe aiutare l’altro; e quindi anche loro saranno della partita. Come abbiamo detto di Vincenzo Nibali. Posso citare anche Steven Kruijswijk, che anche l’anno scorso fece molto bene. Insomma, sono tanti i corridori che possono lottare”.

La situazione attuale di Gianni Moscon. Adesso andrà al Tour…

“Al Tour de France dovrà soprattutto lavorare. Quindi l’augurio è che possa fare una bella corsa, uscirne bene, per poi affrontare l’ultima parte di stagione come o meglio di quella dell’anno scorso. Già il fatto che l’abbiano convocato vuol dire che comunque sta bene; quindi mi aspetto un bel Tour da parte sua. Anche se, ripeto, non può pensare al risultato personale ma a quello della squadra”.

Remco Evenepoel, Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert… . Un vivaio a dir poco straordinario. L’Italia saprà stare al passo di questi fenomeni?

“Mi auguro di sì. Ed è per questo che stiamo puntando sulla multidisciplinarietà; perchè alla fine un ragazzo può crescere benissimo e diventare campione provenendo dal ciclocross o magari anche da un altro sport come ha fatto lo stesso Evenepoel. L’esasperazione a livello giovanile è inutile e controproducente. Quindi bisogna assolutamente pensare innanzitutto alla formazione di un ragazzo. E quando sappiamo che è talentuoso, bisogna cercare di programmare non la stagione in corso, ma quelle successive per prepararlo al meglio; ed eventualmente, al passaggio tra i professionisti”.

Il Campionato Italiano le ha dato qualche indicazione in vista del Mondiale o è ancora troppo presto?

“Sonny Colbrelli e Alberto Bettiol sono tra gli uomini che seguo con particolare attenzione. Sonny mi ha sorpreso perchè solitamente va bene con la pioggia, e alla fine è arrivato secondo su un percorso abbastanza selettivo; quindi mi ha ben impressionato. Mentre Bettiol, come abbiamo già visto, è andato benissimo sia nella prova in linea che in quella a cronometro. Quindi sono due pedine che potrebbero essere importanti per i Campionati del Mondo. Poi Davide Formolo ha dimostrato che per adesso va davvero forte nelle corse di un giorno. Non è andato benissimo al Giro d’Italia, ma comunque è stata molto bella la sua reazione; perchè alla fine, nonostante un Giro dove anche lui si aspettava di più, è riuscito in ogni caso a presentarsi al Campionato Italiano e a staccare tutti quanti”. 

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Foto: Lapresse

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