Ciclismo
Diego Ulissi: “Spero di vincere una Classica. Non mi pongo limiti e dovrò dimostrare di meritarmi la convocazione per il Mondiale”
Diego Ulissi sta vivendo un momento veramente positivo in questo 2019 che mano a mano sta iniziando a regalargli delle belle soddisfazioni. La condizione fisica e mentale dell’ormai trentenne toscano, portacolori della UAE Team Emirates, si era già ben vista alla Freccia Vallone dove, contro ogni aspettativa, era riuscito a salire sul terzo gradino del podio dietro a due grandi protagonisti della prima parte di questa stagione, ossia Julian Alaphilippe e Jakob Fuglsang. Sfortunatamente non è arrivata la vittoria al Giro, o meglio, ci è andato vicino a Frascati, ma poi la situazione in squadra è cambiata, è arrivata la maglia rosa di Valerio Conti prima e di Jan Polanc dopo. Così Diego, dall’alto della sua maturità, ha messo da parte le ambizioni personali per aiutare quei due compagni che lo hanno sempre supportato. Un “sacrificio” fatto con tanto sentimento e rispetto per la propria squadra, che poi si è concretizzato con la vittoria al GP Lugano e al Giro di Slovenia. Due sigilli che gli hanno dato la carica giusta per affrontare al meglio il prosieguo della stagione, dove uno degli obiettivi principali è senza ombra di dubbio la convocazione in Nazionale per i Campionati del Mondo nello Yorkshire.
Tracciamo assieme un breve bilancio di questa prima parte di stagione.
“Posso definirlo buono. Ho fatto una bella partenza, più tranquilla rispetto agli anni scorsi, cercando di arrivare bene alle Classiche del Belgio e così è stato. Sono riuscito ad ottenere un bel podio alla Freccia Vallone dietro a due corridori come Julian Alaphilippe e Jakob Fuglsang che in quel momento hanno dimostrato di avere quel qualcosa in più su tutti”.
Poi è arrivato il Giro d’Italia…
“Sì, ho cercato di vincere una tappa, ci sono andato vicino a Frascati quando sono arrivato terzo. E poi per il fatto che abbiamo preso la maglia rosa con Valerio Conti prima e Jan Polanc dopo, mi sono dovuto concentrare innanzitutto sul lavoro di squadra e pensare a dover aiutare i miei compagni che hanno fatto molto per me in passato; quindi l’ho fatto ben volentieri cercando di aiutarli e tralasciando quelle che potevano essere le mie ambizioni personali. Poi sai, l’ultima settimana ci sono sempre tappe dure, quindi magari risulta difficile centrare la fuga e giocarsi la tappa, perchè i percorsi sono veramente impegnativi per me. E là dove c’erano quelli idonei, alla prima occasione ho fatto terzo, poi abbiamo preso la maglia rosa e tante occasioni sono andate in maniera diversa. Alla fine l’obiettivo era quello di portare avanti il più possibile la maglia rosa ed era giusto così”.
Ma alla fine, dopo il Giro, è arrivata la vittoria. Insomma, è stato anche un sollievo per il morale e una carica in più?
“Ho sfruttato la condizione e sono riuscito a conquistare il Gran Premio di Lugano e il Giro di Slovenia. Sono veramente felice, perchè sai, quando vinci poi “viene tutto più facile”. Infatti vedevo che alla fine le prestazioni erano alte, perchè insomma, non si arriva al terzo posto così a caso ad una corsa come la Freccia Vallone; devi star bene fisicamente e mentalmente. Sono stato bravo a rimanere concentrato nonostante le fatiche di tre settimane del Giro e a sfruttare al meglio la condizione. A Lugano non è stato facile, perchè comunque sia c’erano corridori come Vincenzo Nibali per esempio. È stata veramente dura. Poi è arrivato il Giro di Slovenia, che tra l’altro non dovevo nemmeno fare. Però ho visto che stavo bene, che la condizione era ottima e quindi era un peccato non correrlo. Ero andato lì per cercare una vittoria di tappa e per tener duro con gli allenamenti in vista del Campionato Italiano. Così alla fine la situazione in Slovenia si è messa bene, la squadra mi ha aiutato molto e sono riuscito a portarmi a casa questa bella gara”.
Hai già dato il meglio nella tua carriera o il bello deve ancora venire?
“Sono uno che vive la giornata. Non mi pongo limiti. Ad oggi penso di aver fatto una bella carriera, perchè ho vinto trentatré gare, di cui la metà appartenenti al calendario World Tour, comprendenti sei tappe al Giro d’Italia. Voglio sempre cercare di migliorarmi. Ho la fortuna di essere in una grande squadra che vuole concretizzare sempre di più di anno in anno con corridori sempre più forti. Voglio farne parte e quindi è naturale che a volte bisogna correre da capitano per tentare di vincere e in altri casi correre per i compagni e cercare di portarli alla vittoria. Sono contento di questo”.
Pensi di poter vincere una grande Classica?
“Certamente. Ci spero. Alla fine ci sono andato vicino, quindi continuerò a lavorare anche per questo. Poi vabbè, se non la vinco pazienza”.
Infine, cosa ti aspetti da questa seconda parte di stagione? Magari pensando anche al Mondiale.
“Sicuramente la partecipazione al Mondiale è una cosa a cui tengo moltissimo. Dovrò dimostrare man mano che ci avviciniamo a questo appuntamento di andar forte. Questa settimana la dedicherò un po’ al riposo per poi programmare la seconda parte di questo 2019”.
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Foto: Valerio Origo