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Golf, British Open 2019: Holmes e Lowry in testa dopo due giri, Molinari e Bertasio passano il taglio. Fuori McIlroy e Tiger Woods

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Secondo giro ancora pieno di sorprese ed emozioni all’Open Championship numero 148 in corso di svolgimento al Royal Portrush Golf Club, in Irlanda del Nord. Al comando del quarto e ultimo Major di questa stagione di golf ci sono due giocatori: uno è il leader di ieri, l’americano J. B. Holmes, l’altro è l’irlandese Shane Lowry, entrambi a -8 con due parabole diverse. L’uno gira in -3 senza strafare (cinque birdie e due bogey), l’altro a un certo punto sembra poter insidiare diversi record grazie ai sei birdie nelle prime dieci buche, poi incappa in due bogey alla 14 e alla 18 che gli impediscono di essere capoclassifica solitario.

Una coppia inglese è all’inseguimento, dal momento che sono terzi Tommy Fleetwood e Lee Westwood, entrambi a -7 con un andamento molto simile, legato a un’ottima performance nelle seconde nove buche e a un identico -4 di giornata. Quinto posto (-6) per l’australiano Cameron Smith, il sudafricano Justin Harding e l’inglese Justin Rose. Smith ben figura soprattutto a metà percorso, con cinque birdie, un bogey e un par tra la 7 e la 13 oltre al birdie della 2, Harding (37 posizioni recuperate) sfodera un grande -6 di giornata con un eagle alla 7 e diversi numeri nelle seconde nove, mentre Rose si dimostra regolare nella sua scalata. In ottava posizione (-5) al trio americano formato da Brooks Koepka, Jordan Spieth e Andrew Putnam si unisce il sudafricano Dylan Frittelli, che combina un disastro nelle ultime due buche senza il quale sarebbe stato al comando assieme a Holmes e Lowry.

In una giornata caratterizzata da buone condizioni meteorologiche al mattino e da una combinazione di freddo e pioggia nel pomeriggio, lo spagnolo Jon Rahm non riesce a ingranare davvero, rimanendo 12° a -4, mentre è 18° a -3 il numero 2 del mondo Dustin Johnson, che avrebbe bisogno di una vittoria per riprendersi la vetta dell’OWGR. Dei nordirlandesi, il solo a superare il taglio è Graeme McDowell (+1).

Sono due gli italiani a guadagnarsi la prosecuzione: se Nino Bertasio riesce a sfruttare ancora la propria regolarità per chiudere a +1 (55° posto), per arrivare allo stesso score Francesco Molinari ha bisogno di un giro particolarmente preciso, con tre birdie alle buche 7, 8 e 11, anche se in varie occasioni il Champion Golfer of the Year 2018 manca delle possibilità per tenersi in zona ancor più sicura. Un bogey alla 17 fa improvvisamente tremare l’Italia del golf, ma Molinari è preciso con uno splendido approccio al green della 18 che gli consente di chiudere in due comodi putt e proseguire il torneo. Non ce la fa invece Andrea Pavan, che affonda a +7.

Il vero dramma per l’Irlanda del Nord, però, è l’uscita di scena del suo beniamino, Rory McIlroy. Il vincitore dell’Open 2014, partito dal +8 di ieri, va molto vicino a compiere un capolavoro, grazie a una rimonta che lo porta, buca dopo buca, fino al -2 (sette birdie e un bogey). Proprio il bogey alla 13, un errore dal tee shot della 17 e un approccio sfortunato alla 18 condannano McIlroy a uscire di scena sullo stesso percorso che lo ha visto mettere insieme il record sul singolo giro a 16 anni (61 colpi), sebbene con qualche buca diversa rispetto all’attuale layout. Nessun amateur supera il taglio, così come non lo passa Tiger Woods, che mai riesce ad avvicinarsi all’obiettivo e chiude a +6. Per la prima volta lui e Phil Mickelson saranno assenti dagli ultimi due giri in un Major nel quale sono al via insieme. Escono di scena anche il numero 6 del mondo, Bryson DeChambeau, e il campione degli US Open, Gary Woodland. Degli ex campioni, non proseguono neppure il nordirlandese Darren Clarke, l’irlandese Padraig Harrington, gli altri americani Zach Johnson, David Duval e Tom Lehman (protagonista di un commosso addio all’Open in compagnia del figlio, caddie per l’occasione), lo scozzese Paul Lawrie.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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