Editoriali

L’urlo del Settebello che scuote il mondo. Giovani, veterani e naturalizzati: un cocktail vincente

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Da Shanghai 2011 a Gwangju 2019: in Asia è sempre l’Italia della pallanuoto a salire sul tetto del mondo. L’urlo del Settebello scuote lo sport azzurro, già in estasi dopo le vittorie degli scorsi giorni nel nuoto (e non è ancora finita…). Dopo un’estate sin qui anonima e costellata di sconfitte e delusioni, la tanto attesa svolta si è materializzata. Merito di un gruppo, quello allenato dal ct Sandro Campagna, esploso probabilmente con un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia.

Della compagine che si impose nella rassegna iridata di 8 anni fa sono rimasti i soli Pietro Figlioli, Matteo Aicardi e Niccolò Figari, per i quali l’avventura azzurra in Nazionale potrebbe concludersi dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020. Nel frattempo Sandro Campagna, demiurgo ineguagliabile per carisma ed esperienza, ha saputo rinnovare il gruppo con pazienza, inserendo tanti giovani di talento (a partire dal fenomenale Marco Del Lungo, degno erede di Stefano Tempesti). Stefano Luongo, per anni grande promessa, ha finalmente trovato una dimensione da stella internazionale, così come hanno ben figurato i debuttanti Vincenzo Dolce ed Edoardo Di Somma. E dire che all’appello mancavano due elementi di spicco come Nicholas Presciutti ed Andrea Fondelli, entrambi infortunati: non proprio due giocatori qualunque. Campagna, va detto, si è distinto anche per la capacità di attingere con coraggio ai naturalizzati. Pensiamo al francese Michael Bodegas o all’argentino Gonzalo Echenique, autentico fenomeno che ha fatto la differenza con classe, estro ed inventiva: era il mancino che mancava al Settebello. La selezione tricolore tricolore è cresciuta anno dopo anno ed il 2018 sembrava quello buono per tornare a conquistare un grande evento: gli Europei, tuttavia, si chiusero con un’amarissima sconfitta in semifinale contro la Spagna, con tanto di infinite polemiche per un gol fantasma non assegnato (da allora fu poi introdotto il VAR…). Oggi è arrivata la rivincita, con tanto di interessi.

Il Settebello può dunque contare su un gruppo composto dal giusto mix di veterani e giovani emergenti, con la speranza concreta di conservare un ruolo da protagonista anche nel quadriennio successivo a Tokyo 2020. Le nuove regole, inoltre, hanno premiato il modo di giocare degli azzurri, arginando la forza bruta che esaltava Croazia e Serbia ed esaltando velocità, inserimenti e controfughe. Se proprio vogliamo trovare una pecca, al momento in A1 non si intravedono dei centroboa in grado di prendere sin da subito il posto di Aicardi e Bodegas, ormai non più giovanissimi. Campagna dovrà lavorare anche su questo e, ne siamo certi, riuscirà a trovare una soluzione come ci ha sempre abituato. Ora è il tempo dei meritati festeggiamenti per un’Italia che, dopo essere tornata in cima al mondo, ora non può che volgere lo sguardo all’Olimpo.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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