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MotoGP, GP Germania 2019: analisi della gara. Ducati inferiore a Honda, Suzuki e Yamaha. Marquez senza rivali

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Marc Marquez si prepara per le vacanze estive della MotoGP in maniera impeccabile. Dopo la decima pole position consecutiva del Gran Premio di Germania, il campione del mondo in carica ha conquistato anche il decimo successo di fila sul circuito del Sachsenring, mettendo in bacheca il quinto trofeo stagionale (il 75esimo in carriera, ed il 49esimo nella classe regina) e archiviando (come se ce ne fosse stato ulteriore bisogno) il Mondiale 2019. Il margine di vantaggio del catalano sul suo più immediato inseguitore, Andrea Dovizioso, parla di 58 punti, un margine di totale tranquillità per un pilota che, da un anno, quando arriva al traguardo arriva o primo o secondo.

Come si può competere con un fuoriclasse simile? I rivali, almeno fino alla passata stagione, confidavano nei balbettii della sua Honda, ma da quest’anno anche questa opzione è rapidamente svanita. La moto giapponese, infatti, oltre ad essere cucita addosso al nativo di Cervera, non ha più nessun difetto, nemmeno in fatto di potenza. Il terreno di caccia della Ducati, l’aspetto nel quale, fino a qualche mese fa, non c’era storia. La moto di Borgo Panigale dominava e recuperava quello che cedeva nelle curve di percorrenza.

Ora no. Adesso tutto è cambiato. La Honda non ha più limiti nemmeno nelle velocità di punta, anzi, e per i rivali non rimangono che le briciole. La gara di oggi, come ampiamente preventivabile, non è nemmeno mai iniziata. Marc Marquez è scattato bene, ha preso la testa della corsa, e non l’ha più mollata nemmeno un millimetro. Un dominio incontrastato e incontrastabile, che ha messo all’angolo, nell’ordine, Yamaha, Suzuki e Ducati, in questo ordine. Senza la inopinata caduta di Alex Rins, infatti, le Ducati avrebbero tagliato il traguardo una posizione indietro, acuendo un momento davvero complicato.

È inutile girarci attorno, la scuderia bolognese sta soffrendo il confronto diretto e, come ha spiegato ieri Andrea Dovizioso, ormai tra loro e Marquez si sono inseriti troppi avversari. La GP19 sta mostrando il fianco alla Honda e non riesce a risollevarsi. Che fine ha fatto la moto che, per almeno due anni, poteva giocarsela su tutte le piste (tranne Phillip Island) faccia a faccia con il Cabroncito? Quest’anno, sfortunatamente, i tanti attesi passi in avanti non sono mai arrivati. La moto di Borgo Panigale è valida, ma non riesce a risolvere i problemi ormai storici, come la conduzione delle curve.

Da un lato, quindi, vediamo un binomio Marquez-Honda che non ha difetti e limiti e che, per tutti gli altri, è letteralmente avvilente. Dall’altra parte vediamo una Ducati all’angolo. Il morale sotto i tacchi per una stagione che “poteva essere” ma che, almeno per il momento “non è”, con i piloti, specialmente la prima guida, che non sanno più che pesci prendere. Il team tinto di rosso le sta provando tutte, ma non c’è verso. In mezzo a queste due situazioni si sono ormai inserite una rinata Yamaha (almeno per quanto riguarda Maverick Vinales ed il team Petronas) e una Suzuki sempre più performante.

Le vacanze daranno una mano a Dovizioso e company? Le dita rimangono incrociate in quel di Borgo Panigale, ma la sensazione di invincibilità di Marquez-Honda è sempre più netta, consapevoli di trovarci di fronte ad un fuoriclasse che, a fine carriera, sarà inserito nel Gotha del motociclismo, con pieno merito. Se non lo è già ora…

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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FOTO: LAPRESSE

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