MotoGP
MotoGP, GP Germania 2019: analisi prove libere. Marc Marquez inizia la fuga, Yamaha e Suzuki vicine, Ducati in affanno
Tutto come ampiamente previsto. Il venerdì del Gran Premio di Germania 2019 di MotoGP si chiude con Marc Marquez (Honda) davanti a tutti, e non di poco, con la nettissima sensazione che il campione del mondo in carica abbia dato il via al weekend che lo porterà alle (quasi) inevitabili decima pole position e vittoria consecutiva sul tracciato del Sachsenring.
I 341 millesimi rifilati nella FP2 al suo connazionale Alex Rins, secondo classificato, spiegano almeno in parte il margine che ha a disposizione il leader della classifica generale su un tracciato nel quale sembra letteralmente non avere rivali e nel quale la Honda fa la voce grossa. E, visto l’inizio di questa stagione, è una notizia non di poco conto. La moto nipponica, infatti, spesso accusata di poter essere guidata solamente dal Cabroncito, oggi ha visto Cal Crutchlow (LCR Honda) chiudere al sesto posto, un raggio di sole in settimane con ben pochi sorrisi per il britannico.
Alle spalle di Marc Marquez, dunque, chi si potrà segnalare? Al momento la risposta sembra la stessa di Assen, ovvero Yamaha e Suzuki. Quest’ultima, infatti, ha piazzato Alex Rins al secondo posto, come detto, con lo spagnolo che ha messo in mostra un ottimo passo. Le Yamaha, ancora una volta, sono sospinte da Fabio Quartararo del team Petronas e Maverick Vinales. Il francese ha concluso la giornata a 360 millesimi dalla vetta, mentre il vincitore del GP di Olanda si è fermato a 488. Un margine non da poco, certo, ma senza Marquez lotterebbero tranquillamente per il successo. Con le unghie e con i denti, invece, Valentino Rossi si è issato al decimo posto, salvandosi (almeno per il momento) dalla Q1, il suo vero tallone d’Achille. Il pesarese accusa 833 millesimi dal leader, e 355 da Vinales, con la sensazione che possa fare qualcosa di meglio, ma che la M1 non sia ancora come lui vorrebbe. Franco Morbidelli, invece, non è andato oltre la 12esima posizione, a debita distanza anche dallo scatenato compagno di team in Petronas.
Chi ha sempre sofferto nel tracciato della Sassonia è la Ducati e anche queste prime due sessioni lo hanno ribadito. La GP19 non ha modo di sprigionare la sua potenza e, di pari passo, soffre nelle curve di lunga percorrenza che sono il marchio di fabbrica della pista tedesca. Il migliore è risultato addirittura l’australiano Jack Miller del team Pramac, settimo a 737 millesimi, con Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso in scia a, rispettivamente, 779 e 784 millesimi. La scuderia di Borgo Panigale sa che dovrà correre in difesa in questo weekend e ogni posizione guadagnata sarà da sottolineare.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Valerio Origo