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Nuoto: Benedetta Pilato una nuova Federica Pellegrini? Storie e specialità diverse

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Era inevitabile. 14 anni, le lacrime e una medaglia d’argento mondiale creano il personaggio. Benedetta Pilato è senza se e senza ma uno dei character più vista del Mondiale di nuoto 2019 a Gwangju (Corea del Sud), terminato ieri. Il podio conquistato nei 50 rana, ad un’età così precoce, stimola la fantasia di tutti e fa sognare scenari incredibili di carriera, prefigurando situazioni assai gradevoli per la giovanissima atleta italiana.

Non è un caso che la sua medaglia sia stata messa in rapporto alla prima ottenuta a livello mondiale da Federica Pellegrini (17enne a Montreal 2005). Paragoni, però, allo stato attuale delle cose assai arditi per storia e specialità. La veneta ha saputo imporsi a livello olimpico a 16 anni nei 200 sl (argento), mentre Benedetta ha ottenuto questo riscontro incredibile su una distanza che non fa parte del programma a Cinque Cerchi.

Un risultato dunque più accessibile? Assolutamente no perché atlete come l’americana Lilly King o la russa Yuliya Efimova, sconfitta da Pilato, sono di livello straordinario. Tuttavia la cornice olimpica dà un significato diverso e, in questo senso, nei 100 rana il differenziale con il top al mondo è notevole. Il miglior crono della giovane nuotatrice tricolore nelle due vasche è di 1’08″22 e si comprende bene che il distacco dal meglio in Italia, garantito da Martina Carraro (bronzo a Gwangju), è di circa 2″. E’ necessario quindi lavorare su una distribuzione diversa dello sforzo.

C’è da scommettere però che, dalla prossima annata, l’azzurrina intensificherà la preparazione nei 100 metri per mettere in acqua la sua grande capacità propulsiva, che ha impressionato tutti in Corea del Sud.

 

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Foto: Laura Vergani

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