Nuoto

Nuoto, la seconda carriera di Gabriele Detti. Meno 1500 sl, specializzazione nel mezzofondo veloce. Pensando anche ai 200 sl…

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E’ un diverso Gabriele Detti rispetto alla versione di Budapest quello che si è visto a Gwangju. Al di là del numero di medaglie, la propensione del livornese alle distanze meno lunghe del mezzofondo è evidente e chiaramente figlia della stagione di inattività e della prudenza soprattutto iniziale con cui il campione toscano ha affrontato i carichi di lavoro a cui era abituato. Potrebbe essere una svolta nella carriera di Detti ma non è escluso il contrario.

Detti ha disputato la sua migliore gara del Mondiale coreano nei 400, ha gareggiato più in difesa che in attacco ma è salito sul terzo gradino del podio per la terza volta consecutiva, prima di crollare negli 800 di cui era campione del mondo e risorgere per la 4×200 sfiorando l’impresa epica del bronzo mondiale. Questo cammino di Gwangju lascia pensare che per Detti ci possa essere uno sviluppo della carriera verso le gare più veloci, dove potrebbe prendersi ancora tante soddisfazioni, ma l’andamento delle altre gare del mezzofondo e soprattutto dei 1500 stile libero, potrebbe ancora una volta spingerlo verso l’antico amore.

Di certo assieme all’allenatore e zio Stefano Morini andranno fatte valutazioni importanti in vista dell’anno olimpico. Scomparso il problema alla spalla, Detti potrà tornare fin dall’inizio a sostenere i ritmi di lavoro delle annate migliori e dunque magari allungare il raggio d’azione rispetto alla passata stagione. Questo potrebbe regalargli qualcosa in più negli 800 dove i rivali Romanchuk e Wellbrock, almeno per ora, sembrano avere meno frecce al loro arco. Sul 400 il suo valore è indiscutibile e l’impressione è che si andrà ad una scelta: o 1500 o 200. Il 1500 nuotato sui ritmi di Gwangju non è alla portata di Detti, visto fino a oggi, compreso quello di Budapest che infatti arrivò sfinito all’ultima giornata, mollando la presa e fallendo l’appuntamento con la medaglia. Detti di Tokyo, però, potrebbe avere più benzina in corpo e non è escluso che possa essere competitivo anche sulla distanza più lunga. 

In area 200, però, c’è una staffetta che, dovesse salire ancora un gradino, sarebbe da podio olimpico e dunque non va tralasciato nulla. L’unica certezza, al momento, è che per una medaglia individuale nel 200 stile serve davvero un cambio di passo radicale per il livornese che potrebbe non arrivare nell’anno olimpico in cui ci sono da preparare 400 e 800 dove davvero si possono cogliere frutti succulenti.

Il dilemma è aperto ma a casa Morini di solito le scelte che vengono fatte sono quelle giuste per tutelare la capacità dell’atleta e le possibilità di cogliere risultati di prestigio. Non resta che attendere ed essere fiduciosi. L’Italia, se la sfortuna non ci metterà lo zampino, avrà un campione vero in corsa per almeno tre medaglie a Tokyo 2020.

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Foto: Enrico Spada

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