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Nuoto, Mondiali 2019: 4×100 sl, un’amarezza che profuma di futuro. Un gruppo di prospettiva che può sognare a Tokyo 2020

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Un quarto posto, soprattutto se arriva dopo aver subito una rimonta da parte dell’avversario che poi salirà sul terzo gradino del podio, lascia dietro di sé sempre un alone di amarezza e rammarico, anche se la prestazione di chi lo ottiene non  lascia spazio a discussioni. L’Italia della velocità è lì, sospesa fra la gioia di una finale disputata da protagonista assoluta e di un record italiano che cancella il quartetto da podio di Kazan 2015 con il solo anello di continuità Luca Dotto, e per la delusione per un podio mancato per 17 centesimi in una gara strana, in cui non tutti hanno rispettato le aspettative della vigilia e dove le sorprese, l’Italia sarebbe stata una di queste, erano tutto sommato ammesse.

L’amarezza c’è perchè Santo Condorelli vale il 48″55 in lancio che sarebbe bastato per respingere l’assalto finale del fenomeno Chalmers per cui il 47″0 nella frazione lanciata finale è qualcosa di molto vicino alla normalità ma è bene analizzare questo risultato mettendo da parte il tifo e la voglia di trovare un colpevole a tutti i costi.

Condorelli non è più un ragazzino e, si sa, non è semplice cambiare le abitudini, giuste o sbagliate che siano, man mano che il tempo passa. La sua gara è questa, prendere o lasciare: parte forte, fortissimo e prova a limitare i danni nella vasca di ritorno e spesso ci riesce. Sarebbe bastato qualcosa di meglio rispetto alla batteria del mattino per mettere la staffetta sui binari giusti ma qualcosa non ha funzionato negli ultimi 20 metri dell’ex canadese e neo-azzurro che forse, preso dall’entusiasmo e dalla voglia di dimostrare tutto il suo valore anche a chi lo ha lasciato andare, ha pagato cara una scelta coraggiosa e forse questa scoppola potrà essere molto utile per il futuro suo e della staffetta.

Staffetta che, per i restanti tre quarti, è stata al limite della perfezione. Tre quarti e mezzo perchè anche Alessandro Bori al mattino era stato molto bravo, mettendo il suo tassello nella qualificazione alla finale tutt’altro che scontata alla vigilia. Stupisce Frigo, 47″29 lanciato alla sua prima gara iridata, bene Luca Dotto che ha impreziosito con un 47″81 di sostanza una stagione fin qui non straordinaria e il suo lo ha fatto anche Alessandro Miressi che ha chiuso in 47″57 la frazione lanciata, non potendo fare granchè contro Chalmers che andava tenuto a maggiore distanza.

Il presente è questo: il futuro può essere molto radioso per questo gruppo, che non è affatto chiuso e che potrebbe riabbracciare a breve, si spera, gente dal talento cristallino come Vendrame e Zazzeri, che sono incappati in una stagione da dimenticare dopo aver dimostrato tutto il loro valore, e magari anche Vergani se decidesse di allungare il suo raggio d’azione.

Il lavoro di Claudio Rossetto, responsabile della velocità che oggi si è preso una bella soddisfazione, dovrà essere di cesello. La testa di Santo Condorelli, l’esperienza internazionale di Frigo e Bori, la gestione atletica e mentale di Dotto e la ripresa definitiva dal punto di vista fisico di Miressi. Se mai tutti questi fattori dovessero incrociarsi e incanalarsi sul binario giusto si può sognare in prospettiva Tokyo: è una strada difficile ma non impossibile. Oggi prevale l’amarezza, domani chissà…

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Foto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse

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