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Nuoto, Mondiali 2019: Federico Burdisso, un quarto posto che sa di futuro. L’Italia ha trovato una nuova stella

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La quarta giornata dei Mondiali di nuoto 2019 in corso di svolgimento a Gwangju (Corea del Sud) è appena passata agli archivi con le straordinarie medaglie d’oro azzurre di Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, ma la nazionale italiana del CT Cesare Butini può sedersi al tavolo dopo questo pomeriggio di gare e analizzare positivamente anche l’incredibile prova nei 200 farfalla di Federico Burdisso.

Il giovanissimo pavese, classe 2001, è certamente una delle stelle che hanno maggiormente stupito fin qui in questa rassegna iridata e sta salendo rapidamente di dimensione in una squadra compatta, altamente competitiva e con la mentalità vincente. Burdisso è salito agli onori della cronaca in maniera repentina la scorsa estate quando è riuscito da sedicenne a conquistare, in questi 200 farfalla che sono a tutti gli effetti la sua gara, in rapida successione due pesanti medaglie di bronzo, quella europea ottenuta in Gran Bretagna e poi quella delle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires.

La finalissima odierna ha portato alla luce che alle spalle dell’alieno ungherese Kristof Milak che ha polverizzato con 1’50”73 il precedente record del mondo dell’imperatore della disciplina Michael Phelps, la battaglia è molto più aperta di quanto anche i più rosei sognatori osassero pensare per l’azzurro. La nuotata è fluida, la partenza è sempre molto aggressiva e lavorando in vista di una perfetta distribuzione dello sforzo per permettergli di chiudere le gare con la stessa efficacia è possibile per tutto il movimento guardare al prossimo futuro con positività e pensare davvero in grande già per la prossima estate, aggiungendo una carta da medaglia nelle speranze del nuoto italiano per l’Olimpiade.

Burdisso è un ragazzo timidissimo fin dagli albori della sua giovane carriera, davanti ai microfoni della stampa raramente riesce a trasmettere quella cattiveria agonistica che invece poi riesce a portare in acqua e che gli ha permesso di abbassare ulteriormente oggi il primato nazionale di specialità che già si era conquistato ai Campionati Assoluti di Riccione; un 1’54”39 che vale tanto, soprattutto considerata la mentalità e l’intelligenza di Federico che ha saputo togliere un secondo e mezzo in 24 ore dal suo tempo della semifinale, andando a sfiorare una clamorosa medaglia mondiale alla sua prima apparizione in una rassegna iridata di questo prestigio.

Esattamente come avvenuto a Glasgow 2018 (quando entrò in finale da ripescato e conquistò il bronzo) la super prestazione è arrivata in seguito a una semifinale positiva ma che non lo aveva visto incantare e, se due indizi cominciano a formare una prova, è possibile quindi considerare Burdisso un animale da gara secca, in grado di tirare fuori il meglio di sé quando serve, resistendo alle pressioni; un ulteriore fattore importante da analizzare è che il lombardo non ha potuto preparare al meglio questa stagione agonistica per via dei suoi studi in Gran Bretagna, presso il Mount Kelly College, e che quindi, in vista di Tokyo 2020, è ipotizzabile possa anche avere in serbo un margine di crescita sostanziale della propria performance. 

 

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Twitter: MickBrug

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Foto: LaPresse

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