Seguici su

Nuoto

Nuoto, Mondiali 2019. IL PAGELLONE venerdì 26 luglio. Che bravi i “moschettieri” della 4×200! Bene Quadarella e Panziera. Vergani e Codia non giudicabili

Pubblicato

il

FILIPPO MEGLI 8.5: Nuota il quarto ma soprattutto il quinto 200 stile libero della sua avventura coreana e per la terza volta scende ampiamente sotto l’1″46, un territorio per lui (e per tutti i nuotatori italiani) inesplorato fino a cinque giorni fa. Svolge il suo compito di lancio al meglio, anche se, alla luce anche del risultato finale, manca qualcosa (poco poco) alla sua prestazione in finale ma è normale in queste condizione pagare dazio alla stanchezza fisica e mentale quando non si è abituati a certi contesti che gli dovranno e potranno appartenere regolarmente da qui in poi.

MATTEO CIAMPI 8: Si può restare fuori dalla finale della staffetta nuotando 1’46″4 che risponde a un tempo di tutto rispetto e che al mattino lancia la staffetta 4×200 verso il miglior tempo. Si può quando in casa si hanno compagni di altissimo spessore che però ti spingeranno a dare ancora di più la prossima volta. Merita un applauso perché tra Universiadi e Mondiali ha fatto un ulteriore salto di qualità e potrà essere molto utile alla causa in futuro.

GABRIELE DETTI 8: Ha il compito di mettere la sua classe cristallina a disposizione della squadra e lo svolge alla perfezione con una frazione da 1’45″30. Gli manca qualcosa nel finale ma forse perché spreca qualche energia di troppo nel volersi riportare da subito sulla linea dei primi. Il pelo nell’uovo, è vero, ma quando perdi la medaglia per tre centesimi conta tutto. Non sarà il Mondiale che ricorderà con maggiore gioia ma è sempre lì, fra i migliori e la volata per Tokyo è lanciata.

STEFANO BALLO 9: A 26 anni, dopo una carriera da outsider o seconda linea che dir si voglia, si prende il palcoscenico mondiale come se lo avesse calcato da sempre e impartisce una lezione di determinazione, cattiveria agonistica, tecnica, classe. Mette tutto nel frullatore ed escono due frazioni, in batteria e in finale, da urlo. La migliore lanciata della finale per l’Italia, 1’45″27: un sogno che cambia le prospettive di un atleta semi sconosciuto ai più fino ad aprile e sul quale ora si basa una buona parte del futuro di questa staffetta. Lunga vita a Ballo.

STEFANO DI COLA 8.5: A lui spetta il compito durissimo di chiudere contro i “missili” Horton, Guy, Haas e Malyutin: regge perfettamente il confronto, se la gioca fino in fondo con una grinta che appartiene solo ai grandi combattenti e sfiora l’impresa rientrando nel finale su uno sfinito Haas che, non si sa come, lo sopravanza per un’unghia. Merita comunque l’applauso di tutti per una volata indimenticabile.

SIMONA QUADARELLA 8: La “sbornia” (virtuale) da titolo Mondiale sembra smaltita. Non è facile tornare in vasca tre giorni dopo un’impresa e rimettersi a macinare vasche a ritmo indiavolato ma Simona nazionale è attesa dalla sfida più bella e stimolante, quella con sua maestà Ledecky e allora via a vincere la batteria, con la volontà di toccare per prima a tutti i costi nonostante l’assalto finale di Wang, che vuole lasciare il suo segno in un Mondiale grigio finora per lei. Domani ci proverà: oggi intanto ha svolto il compito al meglio, risparmiando anche qualche energia.

MARGHERITA PANZIERA 7: Arrivare a Gwangju con il miglior tempo mondiale nei 200 dorso non le ha fatto benissimo: nei 100 è stata la controfigura di se stessa e anche nelle batterie dei 200 stamani non sembrava la “Panziera volante” di Riccione o delle Champions Swim Series. Il record del mondo della Baker, però, potrebbe aver cambiato le carte in tavola e venire a favore della dorsista veneta che si è tolta dalle spalle il ruolo di favorita e nel pomeriggio ha anche destato una migliore impressione, mentre la ragazzina americana là davanti andava a prendersi il record di Missy Franklin. L’oro è un miraggio ma il podio no: se la giocherà con Masse e Hosszu ma già una medaglia mondiale, magari con il personale, sarebbe un risultato straordinario.

ELENA DI LIDDO 7: I 50 non sono certo la sua gara ma a Gwangju le riesce tutto bene: al mattino migliora il suo personale e strappa il settimo tempo, al pomeriggio capita in una semifinale piena di fenomeni e, dopo una buona partenza, si deve inchinare alle più forti, peggiorandosi di un decimo. Niente male, Elena! E adesso pronta per le staffette!

PIERO CODIA N.G.: Non merita l’insufficienza che avrebbe accompagnato la sua prestazione se non avesse svelato di aver convissuto da 24 ore con un dolore alla schiena lancinante che lo ha di fatto inchiodato prima che i fisioterapisti lo mettessero quantomeno in piedi per prendere il via. Speriamo si possa riprendere per la mista che senza di lui in condizione accettabile perderebbe troppi colpi.

FEDERICO BURDISSO 6:  I 100 non sono la sua gara e si vede. Ci prova ma non gli si può chiedere di più.

ANDREA VERGANI N.G.: Si è sommato un errore a un altro errore. In queste condizioni non doveva essere qui anche se si era conquistato la qualificazione sul campo, aveva scontato la squalifica e poteva gareggiare. Lontanissimo da una condizione accettabile, rimandato alla prossima stagione.

LUCA DOTTO 5: L’attenuante c’è ma fino a un certo punto. Ancora una volta esce dall’acqua infuriato e il ritardo dello starter che gli provoca un bagno anticipato, lo deconcentra e lo manda in tilt, ma da un campione della sua esperienza non ci aspettano certe reazioni, certe scenate e soprattutto certi tempi, anche nelle difficoltà. Torna a casa con il quarto posto della staffetta, è quella la base da cui ripartire.

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

 

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità