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Nuoto, Mondiali 2019: Paltrinieri-Pellegrini sovrani a Gwangju, Scozzoli squalificato nei 50 rana

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E’ il momento di raccontare una giornata speciale. Come altrimenti si potrebbe definire questo day-5 dei Mondiali 2019 di nuoto a Gwangju (Corea del Sud) per i colori azzurri. Andiamo quindi ad analizzare le singole gare nel dettaglio.

Si parte dagli 800 stile libero maschili. In vasca i “Gemelli diversi” Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, oro iridato nel 2017. La gara è tesa ed è il carpigiano a rompere gli equilibri con una progressione delle sue dai 300 metri in avanti. La tattica per Greg è obbligata, non avendo lo spunto veloce della concorrenza. La esegue alla perfezione, il campione nostrano si porta a casa il primo oro mondiale su questa distanza in 7’49″27, siglando il nuovo record europeo (primato precedente di Detti in 7’40″77). Alle sue spalle due sorprese: il norvegese Henrik Christiansen (7’41″28) e soprattutto il francese David Aubry (7’42″08). Deludono gli altri nomi pesanti di questa gara: Detti non va oltre il quinto posto di 7’43″89, manifestando grande stanchezza, mentre Il cinese Sun Yang e l’ucraino Mykhailo Romanchuk (campione europeo in carica) non vanno oltre il sesto (7’45″01) e ottavo posto (7’49″32), tagliati fuori per le medaglie fin dalle prime battute.

Neanche il tempo di respirare ed è la volta di Federica Pellegrini. L’azzurra, autrice del miglior crono in semifinale, è semplicemente perfetta nell’atto conclusivo dei suoi 200 stile libero, siglando un crono sensazionale (1’54″22) e vincendo il quarto oro in carriera in questa specialità, ottava medaglia consecutiva in altrettante edizioni sulla distanza e l’undicesima in totale. Numeri spaventosi a cui le pur brave Ariarne Titmus (1’54″66) e Sarah Sjoestroem (1’54″78) si sono dovute inchinare.

Niente da fare invece per Alessandro Miressi, primo degli esclusi dalla finale dei 100 stile libero uomini. Il piemontese, giunto a questo appuntamento non al 100% della sua condizione per i tanti problemi fisici stagionali, ha ottenuto il nono tempo di 48″36, a 3 centesimi dall’ultimo tempo utile. Davvero un peccato per lui che, però, ha il dovere di riprendersi in vista dell’anno olimpico. In sede di presentazione si era ipotizzato un confronto tra l’americano Caeleb Dressel (campione del mondo in carica) e l’australiano Kyle Chalmers (campione olimpico a Rio 2016). Ebbene, le semifinali hanno un po’ confermato questo andamento con lo statunitense avanti (47″35) e Chalmers a inseguire (47″58). Meritevoli d’attenzione anche il brasiliano Marcelo Chierighini (terzo in 47″76) e il russo Vladislav Grinev (quarto in 47″82).

Nei 200 farfalla uomini un mito come Michael Phelps viene oscurato dal magiaro Kristof Milak. Un talento incredibile l’ungherese che, con una gara in progressione, ha siglato il nuovo primato del mondo in 1’50″73, battendo quello del campione americano (1’51″51). Alle sue spalle una grande bagarre nella quale è stato il giapponese Daiya Seto (1’53″86) a farsi valere, precedendo il sudafricano Chad Le Clos (1’54″15) e un grandioso Federico Burdisso (1’54″39), vicinissimo alla medaglia. Il classe 2001 azzurro, nuotando sempre con estrema aggressività, ha saputo tirar fuori la miglior prestazione quando serviva, stampando anche il nuovo record italiano e migliorando il precedente che lui stesso deteneva (1’54″64).

Amarezza per Fabio Scozzoli nella finale dei 50 rana maschili. Il romagnolo, dopo aver siglato il primato italiano di 26″70 nelle semifinali, è stato purtroppo squalificato (probabilmente per un movimento non conforme in acqua), vedendo vanificato un buon piazzamento (quinto). La gara, manco a dirlo, è stata vinta dall’asso britannico Adam Peaty (26″06), che realizza la sua doppietta dopo i 100 metri, battendo la coppia brasiliana Felipe Lima (26″66)/Joao Gomes Junior (26″69). 200 misti uomini senza azzurri e con lo svizzero Jérémy Desplanches in evidenza nelle semifinali con il crono di 1’56″73, attenzione però al nipponico Seto (1’57″19) e soprattutto all’americano Chase Kalisz (1’57″34) che vuole riconfermarsi leader della specialità, senza sottovalutare l’australiano Mitchell Larkin (1’57″45) e il britannico Duncan Scott (1’57″83).

Bel Paese non presente neanche nei 50 dorso donne, dove il palcoscenico del penultimo atto è stato tutto per l’americana Kathleen Baker (27″62), mentre nei 200 farfalla donne Ilaria Cusinato ha sfiorato l’accesso alla finale (2’09″18), rimanendo a 12 centesimi dalla top-8. States al vertice con Hali Flickinger (2’06″25). A chiosa, Australia sul tetto del mondo della 4×100 mista mixed con il crono di 3’39″08, battendo gli USA (3’39″10) e la Gran Bretagna (3’40″68). Italia che, con il quartetto Simone Sabbioni (53″50), Fabio Scozzoli (59″70), Elena Di Liddo (57″31) e Federica Pellegrini (52″76), ha chiuso al sesto posto (3’43″27). Degna di nota la frazione di Sabbioni, molto vicino al suo primato italiano (53″50, rispetto al 53″34).

 

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Foto: LaPresse

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