Nuoto
Nuoto, Mondiali 2019: risultati batterie 28 luglio. 4×100 donne in finale col terzo tempo. 4×100 uomini fuori dalla finale e (per ora) da Tokyo. Male Cusinato
Un lampo e due delusioni fortissime. La mattinata coreana si illumina di azzurro solo alla fine grazie alle quattro ragazze della staffetta 4×100 mista che regalano alla spedizione azzurra la carta da finale numero 23 di un’edizione dei Mondiali che rimarrà negli annali come la migliore di sempre per l’Italnuoto. Le italiane chiudono le batterie con il terzo crono, 3’58″35, alle spalle di Usa e Australia e questo pomeriggio sarebbero anche in corsa per un posto da podio non fosse per le condizioni sempre peggiori di una Margherita Panziera in crisi fisica e psicologica. Non si spiega diversamente l’1’00″56 con cui porta a termina fra mille difficiltà la prima frazione della staffetta. Serve un crono almeno sotto il minuto al lancio per sperare in qualcosa di importante in finale e, per l’azzurra, si tratterebbe del minimo sindacale ma non oggi, non qui.
Bene, invece, Castiglioni che rimette in carreggiata le azzurre con un 1’06″68 di ordinanza, Bianchi che mantiene la seconda piazza con un buon 57″54 e Pellegrini che respinge l’assalto di Sjoestroem con 53″57. Si aprirebbero anche scenari interessanti perchè all’appello, in finale, manca la Russia, che si suicida con tre frazioni sonnacchiose e chiude 12ma. La lotta sarà con Cina e Canada per la terza posizione ma Masse e Fu rischiano di scavare un solco difficilmente colmabile se Panziera non riuscirà quantomeno a tornare sui livelli di una settimana fa.
La parola lotta non si può accostare oggi, invece, alla “solita” staffetta 4×100 mista maschile che, come accaduto un sacco di volte nelle grandi manifestazioni (l’ultimo scempio a Glasgow un anno fa), viene esclusa dalla finale e fin lì ci potrebbe anche stare ma pure dalle prime dodici che significava pass assicurato per Tokyo 2020, dove vanno nazionali rispettabilissime ma non certo da mettere con l’Italia come Lituania o Bielorussia. Se l’unica scelta obbligata poteva essere l’inserimento di Burdisso al posto di un Codia non al meglio, proprio non si comprende il perchè ci si affidi al mattino ad un Martinenghi che era rimasto sempre al di sopra dei crono di Scozzoli nei 100 rana e ad un Frigo che, con il 48″80 al lancio della stile libero mista di ieri aveva lanciato segnali chiari su una condizione che, dopo un avvio straordinario, stava lentamente scemando. in più ci si è messo anche Sabbioni al lancio con un crono di un secondo superiore rispetto a quello nuotato quattro giorni fa, non tre mesi, nella prima frazione della mista mista e la frittata è fatta: 3’35″23 e addio alla finale e, per ora, anche a Tokyo 2020. Alle Olimpiadi ci si potrà rientrare senza troppi problemi ma per fare cosa? Un’altra brutta figura o è il caso di mettere in piedi un progetto e soprattutto un modo di vivere la grande manifestazione da parte degli atleti che permetta a questa staffetta (che da sempre si tiene all’ultimo giorno con tutti gli atleti che arrivano stanchi, non solo gli italiani) di essere competitiva anche in campo maschile?
Niente da fare anche per Ilaria Cusinato. E’ lei la prima, in questo momento, a non credere in quello che fa e non si può spiegare diversamente il 4’43″27 che pone la vice campionessa europea al 16mo posto nelle batterie dei 400 misti che vedevano 26 atlete al via, alcune delle quali provenienti da paesi che con l’elite del nuoto non hanno niente a che fare. Mai in gara l’azzurra che ora può finalmente chiudere la pagina di Gwangju e capire cosa fare da ora in poi: scelta non facile ma da fare in fretta perchè entro fine agosto bisogna mettersi a lavorare a testa bassa per Tokyo. Katinka Hosszu, pur senza impressionare, strappa il primo tempo ma oggi dovrà soffrire contro una pimpante giapponese Ohashi.
Niente azzurri al via in un 400 misto di livello oggettivamente molto basso. Primo tempo per Daiya Seto che è pronto a bissare il trionfo dei 200 ed è l’unico superstite in finale del podio di Budapest 2017 perchè, con grande stupore, restano fuori dai primi otto sia il campione del mondo uscente, lo statunitense Kalisz, sia l’argento di Budapest, l’ungherese David Verraszto. Si preannuncia così una cavalcata vincente per il campione nipponico che non sembra avere rivali. Apertissima, invece, la battaglia per gli altri due posti del podio.
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Foto Diego Gasperoni
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