Nuoto
Nuoto, Mondiali 2019, sabato 27 luglio. IL PAGELLONE. Quadarella: l’argento più bello. Panziera: occasione persa. Pilato inarrestabile
SIMONA QUADARELLA 9.5: Gli 800 sono la gara che sembra disegnata per le caratteristiche di Katie Ledecky e non è un caso che sia al via nonostante una condizione ancora ballerina e deficitaria. Nessuno, finora, l’aveva insidiata a casa sua. Finora perchè oggi per 750 metri Quadarella costringe la più forte di tutte a resettare il computer e a mettersi a cercare la soluzione vincente come fosse una giocatrice di scacchi a caccia della mossa vincente fra mille. Tutto questo mentre sta nuotando 31″ ogni 50 metri e ha una macchinetta scatenata a fianco. Ledecky trova la soluzione vincente e si aggiudica l’ennesima sfida ma la “macchinetta scatenata” può essere orgogliosa di quello che ha saputo fare. record personale e italiano e assalto al fortino. Chissà se fra un anno Ledecky sarà ancora questa o tornerà sui suoi livelli: di sicuro Quadarella ha salito un altro gradino oggi e questa gara le servirà più di qualsiasi vittoria in solitaria per acquisire la consapevolezza che appartiene solo ai grandi campioni.
MARGHERITA PANZIERA 4: Condizione approssimativa, tattica sbagliata, tecnica rivedibile. Ed è giù dal podio per 5 centesimi. Inutile mettersi a fare la sequela dei “se” e dei “ma”, però le potenzialità della dorsista veneta erano elevatissime. Il risultato di oggi è la somma di una serie di errori commessi in questa che sembrava essere la stagione della sua consacrazione a livello planetario dopo il titolo europeo dello scorso anno. la scoppola è forte e la speranza è che il mancato podio possa rientrare nelle sconfitte che aiutano a crescere perchè non deve essere facile entrare in Corea da super favorite e uscirne con un pugno di mosche in mano. Peccato perchè il bronzo era ampiamente alla sua portata e avrebbe fatto da suggello ad una stagione perfetta dino a lunedì scorso.
BENEDETTA PILATO 8: Esordisce ad un Mondiale a 14 anni e, alla prima gara, piazza il record italiano, il terzo crono mondiale stagionale e si mette alle spalle tutte le rivali, King ed Efimova comprese, nelle batterie. Per capire con chi veramente abbiamo a che fare attendiamo domani ma l’Italia, questo si può dire, ha trovato una atleta di grandi prospettive, per ora nei 50 e si spera anche in 100 e 200 rana che sono le specialità olimpiche. In semifinale paga, soprattutto in partenza, il contesto e torna sulla terra ma poi spiega che lei, finora, analizzati i risultati, si è resa conto di andare più forte al mattino rispetto al pomeriggio. I giovani d’oggi: sempre davanti ai tablet……. Disarmante
MARTINA CARRARO 8: Come ad Hangzhou: ogni volta che scende in vasca si migliora. Fa il personale al mattino e chiude le batterie con il terzo crono, fa il personale al pomeriggio, tirando giù altri 15 centesimi che in un 50 rana non sono pochi. L’impressione è che sarà sfida con Pilato per il bronzo ma, comunque vada, sarà un grande Mondiale il suo. Il salto di qualità è completo e i margini di miglioramento ci sono.
SIMONE SABBIONI 5.5: Ci si aspettava di più, inutile negarlo. Già al mattino esce di scena per poi rientrare grazie all’abbandono dell’irlandese Ryan e poi al pomeriggio non riesce a sfruttare il colpo di fortuna. Sui 50 era piaciuto più al Settecolli ed evidentemente il lavoro per allungare la distanza e presentarsi al meglio (operazione riuscita) sui 100 gli ha tolto qualcosa nella velocità. Archivia, staffetta a parte, un Mondiale comunque positivo che lo ha visto tornare sui suoi livelli migliori. E’ già molto, per come si erano messe le cose.
GREGORIO PALTRINIERI 8: Sta bene e si vede. Una batteria di assoluto controllo che va a vincere rifilando almeno due secondi a tutti gli avversari che, alla vigilia, facevano paura. Ora a fare paura è il campione modenese che suscita un’ottima impressione nella batteria dei 1500, vola in finale con il miglior tempo e domani proverà ad alzare ulteriormente l’asticella.
DOMENICO ACERENZA 7.5: Che bravo, l’allievo di Morini che completa un Mondiale da ricordare con una finale in piscina, nei 1500 stile, dopo il quinto posto nella 5 km e l’argento nella staffetta mista del fondo. Acerenza fa una gara in progressione e stacca un crono interessante che gli frutta il sesto tempo complessivo in qualificazione. Prospettive? Non ha nelle braccia e nelle gambe il ritmo dei primi della classe ma può fare una grande gara.
THOMAS CECCON 4.5: Presenza impalpabile la sua a Gwangju ed è il terzo contesto internazionale assoluto che lo vede ai margini, dopo Europei a Copenhagen e Mondiali ad Hangzhou in corta (a Glasgow seppe fare invece bene un anno fa). E’ ancora giovanissimo e probabilmente ha ancora qualche problema nel raggiungere e mantenere la condizione, visto che il meglio di sè lo ha dato all’Europeo juniores di qualche settimana fa. Sta di fatto che ha sprecato una buona occasione per affacciarsi con prepotenza al mondo dei grandi come qualche suo coetaneo ha già fatto.
FEDERICA PELLEGRINI 6.5: Fa i 50 stile per gioco e vince la sfida con Sabbioni, altro non può chiedere a se stessa. In ultima frazione della stile mista, invece, si comporta molto bene al mattino quando c’è da conquistare una difficile finale e si barcamena al pomeriggio quando per evitare l’ultimo posto le servirebbe una moto d’acqua.
MANUEL FRIGO 5.5: Frazione da 47″2 lanciata in due staggette e poi 48″8 con partenza da fermo. C’è qualcosa che non funziona e la sua delusione si comprende tutta a fine gara. Occasione sprecata per far vedere cosa può valere oggi nelle gare individuali.
ALESSANDRO MIRESSI 5: Si sta trascinando stancamente alla fine del Mondiale, quasi avesse come unico desiderio quello di tornare a casa il più in fretta possibile e resettare questa brutta stagione. Peccato perchè mancherebbe ancora una staffetta mista che quasi mai ha centrato la finale in passato e per sfatare il tabù servirebbe una frazione lanciata da 47″5 ma non embra averla nelle corde.
ILARIA BIANCHI 7: Arriva da un 100 farfala deludente ma riesce comunque a lasciare il segno in un Mondiale negativo per lei prendendosi una finale in una specialità non sua con due frazioni di grande spessore. Il carattere non le manca.
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Foto Gian Mattia D’Alberto / Lapresse
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