Nuoto
Nuoto, Mondiali Gwangju 2019. Le tre fatiche mondiali del nuovo Gabriele Detti: sarà addio ai 1500?
Sempre meno gemello, sempre più solido. Gabriele Detti si avvicina al Mondiale di Gwangju con tante aspettative nel cassetto, vuoi perché l’anno di attività, quello passato, ha aumentato la sua fame di vittorie e medaglie, vuoi perché la sua maturazione di atleta lo sta portando verso le specialità più brevi del mezzofondo, a differenza del compagno di avventure ma anche rivale Gregorio Paltrinieri che si cimenterà nel fondo, tenendo comunque sempre l’occhio vigile su 800 e 1500 in piscina.
E l’800 stile libero potrebbe essere il crocevia di tante storie a Gwangju perché potrebbe vedere al via i grandi del passato, del presente e anche del futuro del mezzofondo mondiale, a partire proprio dai due gemelli di Ostia che nel loro percorso mondiale (che per Paltrinieri è già iniziato con la qualificazione olimpica nel fondo) incroceranno le armi solo su questa distanza che è quella, guarda caso, in cui entrambi seppero salire sul podio a Budapest due anni fa: Detti campione del Mondo e Paltrinieri terzo in una gara che era appena diventata specialità olimpica, attirando a sé le attenzioni di tanti specialisti che fin lì l’avevano un po’ snobbata. Gabriele Detti, dunque, si ritroverà un sacco di avversari pronti a prenderne il posto sul gradino più alto del podio della rassegna iridata: Sun, Wellbrock, Romanchuk, Jervis: tutta gente che può dire la sua con tempi di tutto rispetto ma questa sembra la gara disegnata per le caratteristiche del livornese, che sa dare il meglio di sé nel finale di una gara dove è difficile fare la differenza prima se non si possiede un motore straordinario.
Nelle ultime stagioni, però, è sbocciato definitivamente l’amore tra Detti e i 400 stile che sono una gara ancora più “trafficata” di campioni (vanno aggiunti anche il lituano Rapsys e l’australiano Horton tra i pretendenti al trono mondiale, oltre ai sopracitati). Detti ha dimostrato di avere nelle gambe e nelle braccia un ritmo difficilmente sostenibile per tanti rivali ma non può permettersi errori se vuole risalire sul podio che lo ha già visto presente a Rio 2016 e Budapest 2017 sul terzo gradino. E’ sicuramente una delle gare più belle, attese e incerte del Mondiale con cinque grandi pretendenti (Romanchuk e Sun gli altri due, uno campione in carica, l’altro campione europeo), in cui conterà tanto la capacità di mantenere i nervi saldi. Essendo come spesso accade in apertura di programma, è anche la gara che può lanciare il Mondiale azzurro e Detti tradizionalmente questo lo sa fare bene.
A proposito di lancio (ma sarebbe meglio parlare di chiusura) c’è anche la staffetta 4×200 nel menu mondiale del campione livornese che, vista la competitività di questa squadra che ha portato a casa un anno fa il bronzo europeo e nel frattempo è cresciuta ulteriormente, ha deciso di mollare (momentaneamente o definitivamente?) i 1500 stile per concentrarsi sul 200 che, a livello individuale, forse non sono (ancora?) la sua gara, ma nei quali può dire la sua nella frazione conclusiva della staffetta che può regalarsi la finale iridata e la conseguente qualificazione a Tokyo 2020. Per i compagni di avventura di Detti (Megli, Ciampi, Di Cola e Zuin) il 2019 è stato un anno di grande crescita, con personali migliorati a raffica e dunque qualcosa di buono può uscire, detto che i top team, USA, Australia e Russia ma anche Brasile, sembrano quasi inarrivabili. Con l’innesto di Detti il “quasi” potrebbe vacillare.
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Foto: Enrico Spada