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Nuoto, Olimpiadi Tokyo 2020: le speranze di medaglia dell’Italia. Nazionale già competitiva da consolidare, aspettando l’ascesa dei giovani

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I giochi sono fatti ma, quelli veri, devono ancora iniziare. I Mondiali 2019 di nuoto sono già parte dell’album dei ricordi della Nazionale azzurra. I riscontri sono stati da incorniciare per un’edizione da record, rappresentata dalle otto medaglie (3 ori, 2 argenti e 3 bronzi) e da altri piazzamenti considerevoli. Una compagine dalla grande profondità quella del Bel Paese in cui le punte e le seconde linee sono riuscite, nella maggior parte dei casi, a esprimere il loro 100% nell’occasione migliore. La domanda però è: quali possono essere le speranze da medaglia in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020? Le selezione tricolore ha un poker d’assi: Gabriele Detti (bronzo nei 400 sl), Gregorio Paltrinieri (oro negli 800 sl e bronzo nei 1500 sl), Federica Pellegrini (oro nei 200 stile sl) e Simona Quadarella (oro nei 1500 sl e argento negli 800 sl) rappresentano quelle certezze di cui si ha bisogno per proiettarsi alla volta dell’Asia con fiducia.

Il livornese, reduce da tanti problemi alla spalla e da una stagione di stop, ha centrato l’obiettivo del podio nelle otto vasche, mancando però quello delle sedici, nella specialità in cui credeva e crede maggiormente. Ecco che lui può e deve fare di più e questo solo la costanza negli allenamenti, senza intoppi, può darla. Ne sono consapevoli il toscano e il tecnico Stefano Morini. Da settembre si tornerà a lavorare duro per obiettivi sempre più ambiziosi. Lo stesso discorso vale per Paltrinieri. Greg ha accettato la sfida delle acque libere e, dati alla mano, l’ha vinta: sono arrivate tre medaglie (quelle citate precedentemente e l’argento della staffetta mixed) e la qualificazione olimpica alla 10 km. Non è andato tutto per il verso giusto, perché il 1500 sl nuotato dal carpigiano, dal punto di vista cronometrico, non è quello che ci si aspetta da lui. A Gwangju, però, si è voluto fare un test in vista di quel che sarà a Tokyo e da ciò se ne trarrà giovamento.

In campo femminile Pellegrini e Quadarella sono le leader. La veneta, ancora una volta, ha sorpreso tutti e si è portata a casa la quarta medaglia d’oro iridata in carriera nei 200 sl, nuotando un tempo eccezionale (1’54″22, record italiano in tessuto) che rilancia proprio per le Olimpiadi. L’azzurra ha un po’ un conto aperto con i Cinque Cerchi e sarebbe bello chiudere la carriera con una medaglia, ben consapevole che i guai fisici di Katie Ledecky e l’assenza di altre atlete hanno agevolato da questo punto di vista il riscontro finale in Corea del Sud. Il medesimo ragionamento vale anche per la romana. L’oro delle trenta vasche, con la statunitense ai box, è stato il frutto della definitiva maturazione di un’atleta che ha tolto 8″ circa al proprio personale. Negli 800 sl il confronto diretto con una Ledecky non al 100%, poi, è stato da urlo e il coraggio di provarci fa ben sperare.

E i giovani? Federico Burdisso (quarto con record italiano nei 200 farfalla uomini) ha mostrato doti importanti anche se l’approccio al mattino e ai turni intermedi andrà assolutamente migliorato. Benissimo anche Marco De Tullio. Da un anno alla corte di Morini, il fondista classe 2000 ha tolto al suo crono dei 400 sl ben 4″. Una crescita costante che può far pensare che questo ragazzo abbia tutte le carte in regola per contrastare il suo compagno di allenamenti Detti fin dall’anno prossimo e chissà entrare nel gioco delle possibili medaglie. Discorso a parte lo merita Benedetta Pilato. L’argento dei 50 rana mondiali è stata il vero fulmine a ciel sereno della spedizione. Prima donna italiana ad abbattere il muro dei 30″ nell’unica vasca, la sua nuotata sempre in spinta impressiona però la sua specialità non è olimpica e quindi ora, per potersi qualificare, dovrà lavorare e tanto perché Martina Carraro (bronzo a Gwangju nei 100 rana) e Arianna Castiglioni (finalista dei 100 rana) non staranno a guardare. Al momento, il crono di 1’08″22 non può consentirle di fare troppa strada a livello assoluto. Per quanto riguarda Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi, le loro prestazioni sono state al di sotto delle aspettative anche se le cause sono diverse: il veneto deve trovare un equilibrio psicologico nelle gare da affrontare e preparare al meglio la competizione che conta maggiormente; il lombardo veniva da un anno di stop e deve anch’egli un po’ regolarizzarsi ma, parlando di un classe 2001 e di un classe ’99, c’è modo e tempo per far meglio.

Si spera poi che alcuni atleti, in evidenza negli Europei 2018 a Glasgow, sappiano recuperare lo smalto perduto per tanti motivi: Alessandro Miressi (campione europeo dei 100 sl) è stato falcidiato da guai fisici che non gli hanno permesso di ottenere quello che si aspettava; Margherita Panziera è rimasta a pochi centesimi dal podio e le aspettative erano ben diverse nei 200 dorso alla vigilia; Piero Codia (infortunato) deve ricaricarsi per tornare a nuotare un crono sotto i 51″ e rientrare nel novero degli atleti per posizioni importanti; Andrea Vergani (squalificato 3 mesi per cannabis) deve tenere un comportamento da professionista; Ilaria Cusinato (due volte argento nei 200 e 400 misti agli Europei) ha l’obbligo di ritrovarsi, dopo le decisioni prese dal punto di vista tecnico.

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Foto: shutterstock.com

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