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Scherma, Mondiali 2019: Budapest, la rassegna iridata da cui imparare. Tanto

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Siamo già curiosi di ripartire, di vedere come reagirà questa Italia ferita a un Mondiale di scherma che non ha portato in dote ori dopo ben 32 anni. Ma le analogie con la rassegna di Losanna ’87 finiscono qui. Intanto, perché le medaglie all’epoca furono solo due (Federico Cervi nel fioretto maschile, la squadra femminile di fioretto); poi perché in quel momento l’Italia poteva essere considerata dominante al limite nel fioretto maschile (con i vari Numa, Borella, Cerioni, Cipressa, Scuri, Cervi ecc.), ma non certo in senso assoluto: Germania Ovest e Unione Sovietica (Nazioni che oggi non esistono nemmeno più) erano superiori e non di poco. Infine perché a Seul 1988, per fortuna, un anno dopo, le cose andarono assai meglio tenendo conto del fatto che le gare in programma erano solo otto, non essendo ancora previste nel programma la spada e la sciabola donne: arrivarono un oro (Cerioni) un argento (fioretto donne) due bronzi (Scalzo e la squadra di sciabola maschile) e due quarti posti brucianti (Cuomo e la squadra di spada maschile). Un bottino più che discreto, per l’epoca.

Da Budapest 2019 l’Italia torna con ben otto medaglie, persino una in più del Mondiale a Wuxi 2018, quando però gli ori furono quattro. Otto medaglie non sono poche, una d’argento e sette di bronzo, in tutte le specialità. Da qui bisogna ripartire, cioè dal fatto che l‘Italia è competitiva ovunque e lo sarà anche a Tokyo 2020 con gli stessi nomi. Certo la mancanza del metallo più pregiato brucia e brucia parecchio, con dodici gare a disposizione. I motivi? Errori, sfortuna, bravura degli avversari, magari un certo appagamento (azzardiamo) dopo anni di trionfi. Crediamo che l’unica ricetta per il futuro immediato sia incanalare questa rabbia che tutti avranno nel lavoro quotidiano e nella programmazione, per farsi trovare pronti agli appuntamento più importanti. E nel 2020 ce ne sarà uno solo in realtà, quello olimpico; l’Europeo viene molto, molto dopo. Sia chiaro poi che questa rassegna sarà comunque da ricordare per Curatoli, Santarelli e per le spadiste (almeno a squadre), che hanno ottenuto risultati più che buoni o magari leggermente superiori alle attese. Quanto meno i fiorettisti sono riusciti a non chiudere il Mondiale senza nemmeno una medaglia (al maschile, sia chiaro). Tutte le squadre italiane, a oggi, sarebbero qualificate per il Giappone. Dopo un Mondiale che ha regalato gloria (leggi podi) a ben quindici Nazioni e addirittura un oro al Brasile, seppure con una italiana, Nathalie Moellhausen. Oltre alle prime medaglie per Grecia, Iran, Hong Kong. Qualcosa ci dice però che a Tokyo 2020 sarà ben altra storia, anche se questa lezione non dovrà essere dimenticata in casa Italia. Ora non serve rabbia, non servono teste da sacrificare sull’altare di una rivoluzione probabilmente inutile (ma ridateci la vera Errigo nel fioretto e aggiungete una Batini in più al motore, che certo male non fa), serve solo umiltà, lavoro, spirito di gruppo e “fame”. In fondo, la Nazione che ha vinto più medaglie proprio a Budapest 2019, un Mondiale che non verrà certo ricordato tra i migliori della storia azzurra, è pur sempre l’Italia. Qualcosa vorrà dire. O no?

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Foto: Bizzi Federscherma

5 Commenti

1 Commento

  1. ghost

    24 Luglio 2019 at 11:17

    non concordo per nulla con l’affermazione che l’Italia è competitiva in tutte le prove…nella spada (uomini più che donne) e nella sciabola donne non abbiamo nessuna possibilità di vincere…anzi, nella sciabola donne non abbiamo speranza di medaglia (già la qualificazione olimpica, con questa squadra, sarebbe miracolosa -il fatto che al momento sarebbero qualififcate tutte e 6 le squadre è lusinghiero, ma anche fuorviante, perchè, classifica alla mano, sciabola donne e spada uomini sono ad altissimo rischio nelle prossime tappe di CdM).
    e qui arriviamo all’altra affermazione che mi pare “suicida” (con gli stessi uomini/donne): spada maschile e sciabola donne necessitano di liberarsi assolutamente di alcune palle al piede (Garozzo e Cimini nella spada -dove ci sarebbero tanti giovani già pronti da inserire in squadra, tipo Di Veroli e Vismara- Vecchi nella sciabola -dove si spera torni al massimo delle sue possibilità la Gulotta, altrimenti tanto vale rischiare la carta Errigo nelle competizioni a squadre).
    e anche il fioretto maschile farebbe bene a guardare subito oltre un impresentabile Avola e, in prospettiva, anche cercare di fare a meno il più possibile di Cassarà, che sta diventando troppo incostante e condizionante -in negativo, durante i suoi momenti no.
    la spada donne, invece, deve risolvere i problemi psicologici di navarria e Fiamingo, perchè di meglio in giro non c’è (le varie giovani che hanno ben fatto nelle comeptizioni di categoria nelle stagioni scorse non sono ancora pronte, vedi Isola che ha miseramente fallito addirittura la qualificazione al tabellone principale -e non credo che Marzani e De Marchi avrebbero fatto tanto meglio) e perchè in ogni caso sono ancora tra le migliori al mondo tecnicamente: mancano loro “solo” i risultati di qualche anno fa.

    per quanto riguarda l’anno prossimo, qualunque risultato con meno di 3 ori dovrà ritenersi insoddisfacente (2, con tante altre medaglie minori di contorno, sarebbe proprio il minimo sindacale, ma non farebbe la differenza).
    per me, 1 solo oro (o nessuno) si definisce “fallimento totale”.
    siamo l’Italia: se c’è uno sport dove possiamo e dobbiamo essere ambiziosi ed esigenti, questo è la scherma (che ricordo valere da sola oltre il 50% dei nostri ori olimpici totali in 123 anni di storia dei Giochi moderni).

  2. Graziano

    24 Luglio 2019 at 10:56

    Concordo con l’analisi, va sottolineato il fatto che i Mondiali preolimpici sono molto delicati, dove bisogna guardare soprattutto alle prove a squadre per i punteggi per la qualificazione olimpica e il fatto che 5 team siano entrati in semifinale e la spada maschile abbia chiuso almeno quinta è molto positivo. L’obiettivo deve essere andare a Tokyo col massimo contingente possibile (18 nomi). Attenzione però a non fossilizzarsi sui nomi: in questi mesi andrebbe data fiducia a qualche giovane (Di Veroli, Marzani, ecc.) perché alcuni team, come i due di spada e la sciabola femminile, sembrano avere bisogno di forze fresche

  3. Gabriele Dente

    24 Luglio 2019 at 01:13

    Sottoscrivo al 100% e, se posso dire la mia, dico che arrivare al mondiale con tre campioni in carica in evidente calo di condizione non aiuta certo a mantenersi ai vertici. Fortunatamente la Volpi si è rivista a grandi livelli nella prova a squadre ma lì, appunto, per competere con la Russia attuale (e specialmente con la Deriglazova) serve la miglior Errigo. Invece Navarria e soprattutto Foconi mi sono sembrati in difficoltà anche nella prova a squadre. E in difficoltà ho visto anche tanti azzurri nelle prove a squadre, quando da un momento all’altro subivano parziali devastanti che, tabellini alla mano, non mi è parso di riscontrare con la stessa frequenza nelle altre grandi della scherma. Su questo bisognerebbe lavorar tanto. Forse soprattutto a livello mentale. Bisogna poi tenere ben presente che il dominio, negli ultimi 27 anni, l’Italia l’ha esercitato più che altro nel fioretto femminile, e molto lo si deve chiaramente a Valentina Vezzali, e in alcuni momenti nel fioretto maschile. Dunque qualche anno fa l’argento e i due bronzi del fioretto femminile facilmente si sarebbero tramutati in due ori, il che avrebbe dato un “sapore” diverso al medagliere di oggi.
    In conclusione dico anch’io che otto medaglie non sono da sottovalutare, anche se lo zero nella casella degli ori è una cosa che non fa piacere guardare. Ma trattandosi di una squadra comunque competitiva, a Tokyo potremmo e dovremmo tornare a vincere almeno una medaglia d’oro (magari anche solo per la legge dei grandi numeri 🙂 ).

    • Fabio90

      24 Luglio 2019 at 10:17

      Almeno un oro? Se a Tokyo dovessimo vincere un solo oro nella scherma; si prospetterebbe un Olimpiade tra il normale e il fortemente negativo,dunque speriamo proprio di no.
      Io credo che su 12 gare solo nella sciabola femminile siamo fuori dalla possibilità di vincere, per il resto in tutte le gare singole e di squadra tra favoriti ( nelle 4 gare di fioretto) e possibilità assolutamente da non scartare (curatoli…una fiammingo apparsa in ripresa nella gara a squadre..e un santarelli continuo) possiamo lasciare il segno ovunque, un solo oro sarebbe molto deludente, anzi dovremmo approfittare delle 2 gare in più (che poi sarebbero anche piu di 2 se consideriamo la mancata qualificazione di alcune squadre nelle ultime olimpiadi)

      • Gabriele Dente

        25 Luglio 2019 at 00:49

        Con un solo oro il primo a essere deluso sarei io (come restai deluso nel 2016). Dico che però nelle ultime annate, per una serie di motivi (legittime scelte personali delle atlete, diaspora di CT e maestri d’arma che hanno rafforzato gli avversari, mancato ricambio generazionale, ecc.), non abbiamo mostrato la nostra storica superiorità nel fioretto femminile, e di questo hanno approfittato Deriglazova e la Russia. E la Deriglazova ha ormai raggiunto una maturità tale per cui non mi sento di dire con certezza che “tanto l’anno prossimo vinciamo noi!”.
        Quando togli due medaglie d’oro “sicure” dal fioretto forziere della scherma, ricordiamoci che dal ’96 ad oggi ai giochi (giusto per menzionare le ultime edizioni) abbiamo vinto solo due volte con la spada a squadre maschile, una volta con Montano e un’altra con Tagliariol. Dunque 4 ori in 6 edizioni. Come dire, speriamo di far bene ma, ahimè, potremmo anche restar delusi (ripeto: spero proprio di no, poi magari non vinciamo nel fioretto ma vinciamo quattro ori tra sciabola e spada e siamo contenti lo stesso! 😀 ).
        P.S. Sono molto d’accordo sulla sciabola femminile; atlete che mi sembrano in una chiara fase di declino.

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