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Scherma, Mondiali 2019: presentazione Italia fioretto maschile. Grandi individualità e necessità di fare squadra

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Rieccoli, i magnifici quattro. Pronti a sbancare pure a Budapest, possibilmente sia nell’individuale che a squadre, perchè questa è la “dolce” condanna del fioretto maschile, al pari di quello femminile. Il risultato massimo coincide con quello… minimo. Mica facile restare sempre lì, in cima al podio, diversamente da quanto si possa pensare.

PRONOSTICO

Del resto, il pronostico si… compone da solo. Il poker d’assi dell’Europeo è ovviamente confermato in toto per Budapest: Alessio Foconi detiene contemporaneamente i titoli continentali e mondiali, è leader del ranking assoluto e ha anche vinto anche la Coppa del Mondo nel 2018. In attesa dei Giochi di Tokyo, impossibile fare meglio di così. Sarà lui l’uomo da battere in Ungheria, nella prova individuale, assieme a Daniele Garozzo, che a Dusseldorf ha tirato assai bene fino all’ultimo atto (argento). Al talento siciliano manca solo il titolo iridato per arricchire una bacheca già colma di trionfi a nemmeno metà (crediamo) del percorso agonistico. E poi ecco Giorgio Avola e Andrea Cassarà, in passato e curiosamente nello stesso anno (2011) oro europeo e mondiale, rispettivamente. Certo il torneo iridato non è l’Europeo, discorso che vale soprattutto di questi tempi visto che i pericoli maggiori per i portacolori azzurri sembrano poter arrivare in primis dagli Stati Uniti (Imboden, seguito da Stefano Cerioni, Massialas) e in seconda battuta dall’estremo oriente asiatico (Giappone, Hong Kong, un po’ defilate Cina e Corea del Sud), più che dall’Europa, con la Russia in leggera fase calante. In ogni caso, consentiteci una battuta: se anche gli azzurri non dovessero conquistare  il titolo iridato nella prova singola (e il ct Cipressa non la prenderebbe bene!) non ne faremmo un dramma, dato che l’obiettivo prefissato deve rimanere quello dei Giochi Olimpici, fra poco più di un anno (24 luglio- 9 agosto 2020), dove Daniele Garozzo dovrà confermare il successo del 2016 nel fioretto maschile.

TEAM

Diverso il discorso della prova a squadre, perché qui gli azzurri sono chiamati a riscattare il mancato accesso alla finale degli Europei (è arrivato un bronzo, comunque positivo). Non esistono campanelli d’allarme. Semplicemente, ogni tot anni, la squadra sembra aver bisogno di una scossa motivazionale. In questo caso non serviranno ulteriori stimoli, dato che  a livelloassoluto la sfida con gli Stati Uniti è lanciata e la rivalità cresce, soprattutto dopo il 2018, quando gli americani vinsero tutte le prove di Coppa del Mondo (5) per poi perdere nettamente la finale iridata contro gli azzurri. E’ probabile che l’ultimo atto a Budapest sia ancora tra “yankees” e italiani: la resa dei conti definitiva giusto prima di Tokyo 2020. I ragazzi di Cipressa devono trovare spirito di gruppo e concentrazione per la prova a staffetta, ma siamo sicuri che l’impresa è già stata compiuta in allenamento. Ora basterà tenere alto il livello della tensione (e degli stimoli) e continuare a tirare come sanno fare. A quel punto, nessuno, nemmeno gli americani, potrà fermare la squadra azzurra di fioretto maschile, che sotto Cipressa, dal 2013, ha conquistato 4 titoli mondiali in 5 edizioni disputate. Avanti tutta. Verso l’oro, la dolce condanna di Foconi&co.

 

 

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Foto: Bizzi/FIS

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