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Ciclismo
Tour de France 2019: Fabio Aru lotta e convince nella seconda settimana, ottimi segnali per il finale di stagione
La seconda settimana del Tour de France 2019 è stata decisamente avara di soddisfazioni nei confronti dei corridori italiani. Con Vincenzo Nibali troppo lontano dalla condizione migliore per tentare a lasciare il segno anche in versione cacciatore di tappe e con Giulio Ciccone frenato dal mal di schiena e dal ginocchio dolorante, le uniche note positive sono arrivate da Fabio Aru. Il corridore sardo si è presentato al via della Grande Boucle senza praticamente nessuna aspettativa e dopo aver completato a tempo di record la riabilitazione in seguito all’intervento di inizio aprile all’arteria iliaca. L’individuazione del problema fisico alla base delle ultime stagioni estremamente negative e la sua risoluzione hanno restituito fiducia al “Cavaliere dei quattro mori” e il percorso per tornare nuovamente un corridore capace di lasciare il segno nei grandi appuntamenti come in passato sembra procedere al meglio. Al di là dei risultati, il 29enne della UAE Emirates è apparso molto lucido nell’analizzare la propria situazione e determinato a migliorare giorno dopo giorno, ritrovando la tenacia e la convinzione nei propri mezzi che sembravano averlo abbandonato dopo le recenti delusioni.
Nella prima settimana anche la sfortuna non ha risparmiato il corridore sardo, ritrovatosi senza particolari colpe piuttosto lontano dalla parte alta della classifica generale. Esemplificativa in tal senso la tappa di Épernay, nella quale Aru ha chiuso con 1’22” di ritardo da Alaphilippe a causa di una foratura nel finale. Nel primo arrivo in salita a La Planche des Belles Filles, il “Cavaliere dei quattro mori” aveva già dato qualche segnale incoraggiante perdendo contatto soltanto nel tratto più impegnativo e arrivando davanti rispetto a corridori più quotati alla vigilia come Romain Bardet e Alejandro Valverde. Sui Pirenei però si è visto un ulteriore salto di qualità: non tanto dal punto di vista del distacco, quanto piuttosto nella capacità di rimanere sulle ruote dei migliori molto più a lungo. Nella frazione di Fois Prat d’Albis, il corridore della UAE Emirates è riuscito a non perdere contatto nel durissimo tratto finale della salita del Mur de Pequere quando il drappello degli uomini di classifica si è ridotto ad una quindicina di elementi. Nella generale Aru si ritrova quindi ad essere il migliore degli italiani al diciassettesimo posto con 14’15” dalla maglia gialla di Julian Alaphilippe.
Nelle dichiarazioni successive alle ultime tappe pirenaiche, il sardo non si è mai nascosto dichiarandosi consapevole di non avere ancora la condizione tale per tenere il passo dei migliori. L’obiettivo principale è quello di accumulare fatica e chilometri nelle gambe per ritrovare la condizione migliore giorno dopo giorno, nella speranza di poter vivere almeno una giornata da protagonista nella terza settimana. Al di là del Tour de France, il mirino dell’isolano sembra però rivolto verso la Vuelta. Sulle strade spagnole Aru si è definitivamente consacrato nel 2015: quale miglior occasione dunque per cominciare quella che in un certo senso può definirsi una vera e propria nuova carriera? Nel frattempo toccherà alle Alpi francesi dare una nuova risposta sulle possibilità del corridore sardo, il cui orizzonte sembra però finalmente rasserenarsi dopo difficoltà e delusioni.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Valerio Origo
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