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Ciclismo
Tour de France 2019, Matteo Trentin: “Ci aspettavamo un attacco di Alaphilippe, ma non in questa maniera”
Sesto al traguardo di Épernay e migliore degli italiani in questa terza tappa del Tour de France 2019, Matteo Trentin sapeva di essere tra i favoriti del giorno, ed è riuscito a centrare un’ottima top ten che fa ben sperare per il prosieguo della corsa. Ovviamente nulla ha potuto davanti allo strapotere di Julian Alaphilippe. Partito come l’uomo da battere, nessuno però si sarebbe mai aspettato un attacco così micidiale a ben 15 km dall’arrivo. Così, anche il campione europeo, alfiere della Mitchelton-Scott, si è dovuto “accontentare” di un buon piazzamento, anche se una sbandata a 50 metri dall’arrivo per colpa di Greg Van Avermaet lascia un po’ di amaro in bocca.
Avvicinato dai microfoni della Rai nel dopo tappa, ha commentato così la frazione odierna e soprattutto il finale: “Si sapeva che Alaphilippe avrebbe attaccato, ma pensavo che aspettasse l’ultima salita. Dove ha attaccato lui io in ogni caso non avrei mai potuto far nulla. Stavamo tenendo al sicuro Adam Yates, ma alla fine ho fatto la salita e ho scollinato ultimissimo nel gruppo, quindi per me era già tanto esser rimasto in un gruppo di circa quaranta corridori”. In merito all’attacco di Alaphilippe afferma: “Ci aspettavamo un suo attacco, ma non in questa maniera. Però alla fine dietro abbiamo sempre tirato, nessuno lo ha mai lasciato andare da poter dire ‘ok, si lotta per il secondo posto’. Dobbiamo ammettere che è andato semplicemente forte, chapeau a Julian. È tutto l’anno che attacca così, non è una sorpresa”.
In merito alla tappa poi: “È stata una corsa dura, vissuta così per tutto il giorno, alla fine, quando le tappe vanno in questo modo, è sempre il migliore che la spunta. Probabilmente potrà indossare la maglia gialla fino a La Planche des Belles Filles. A livello personale, parlando del proseguo delle tappe, dice: “Domani è una tappa per velocisti puri, però ho visto che sia il primo giorno che oggi sono partito da posizioni veramente orrende, e oggi stavo venendo su più forte degli altri, solo che Greg Van Avermaet mi ha quasi steso a 50 metri dall’arrivo, quindi mi è toccato praticamente fermarmi in mezzo alla strada. Domani potrebbe essere un buon banco di prova per vedere com’è la gamba in uno sprint di gruppo. Ovviamente con gente come Elia Viviani, Dylan Groenewegen e altri non sarò sicuramente il favorito. Mi piace molto la tappa di Colmar, dura ma non da favorire gli scalatori”.
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Foto: Pier Colombo