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Tour de France 2019, Vincenzo Nibali convincente sulle cote. Ora lo spartiacque: La Planche des Belles Filles

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Dopo cinque tappe del Tour de France 2019, Vincenzo Nibali può reputarsi abbastanza soddisfatto. Nella cronometro a squadre, malgrado gli acciacchi dei compagni Damiano Caruso e Matej Mohoric, ha limitato i danni da avversari diretti come Egan Bernal, Rigoberto Uran e Thibaut Pinot, guadagnando al tempo stesso terreno su Jakob Fuglsang, Nairo Quintana e Romain Bardet. Nelle frazioni mosse si è mantenuto sempre nella parte altissima del gruppo, affrontando le cote in maniera brillante.

Malgrado le dichiarazioni della vigilia (“vivrò alla giornata“), l’approccio dello Squalo è quello di chi alla classifica ci sta pensando, eccome. D’altronde non potrebbe essere altrimenti per un fuoriclasse che vanta in bacheca la Tripla Corona e viaggia a sole due lunghezze di distanza dal record di podi nei grandi giri detenuto dal francese Jacques Anquetil (13).

Pur non essendo completamente d’accordo con la Bahrein-Merida (il siciliano avrebbe preferito disputare la Vuelta dopo la Corsa Rosa), il 34enne sin dallo scorso inverno ha impostato la preparazione per disputare Giro e Tour ai massimi livelli. Una sfida ardua e mai tentata realmente in carriera.

Dopo il secondo posto al Giro d’Italia, non scevro di rammarico per un successo che era apparso oggettivamente alla portata, Nibali ha osservato una decina di giorni di riposo, prima di riprendere gli allenamenti a Livigno con Damiano Caruso. Una fase di scarico tesa al mantenimento della buona forma messa in risalto a maggio.

Lo Squalo in questi giorni ha pedalato con facilità, lasciando intravedere dei segnali incoraggianti. I banchi di prova, va detto, non sono stati di certo significativi. Il vero spartiacque del Tour de France si paleserà domani con il primo arrivo in salita a La Plance des Belles Filles. Un’ascesa breve, ma molto impegnativa: 7 km all’8,7% di pendenza media, gli ultimi 2000 metri presentano delle punte al 20 ed al 24%!

Nibali attende con trepidazione il primo vero esame per comprendere sin dove potrà spingersi in questa Grande Boucle. Difficile aspettarsi che il siciliano attacchi nel tentativo di staccare tutti. Molto più ragionevole pensare ad una tattica di attesa ed una salita da approcciare con il proprio passo. Probabilmente il fuoriclasse italiano ha messo in conto di poter perdere qualcosa da corridori più esplosivi e che hanno finalizzato tutta la stagione sulla corsa a tappe francese: pensiamo in primis al fenomeno colombiano Egan Bernal. Se il capitano della Bahrein-Merida dovesse lasciare sulla strada anche una trentina di secondi, allora le chance di ambire alla classifica aumenterebbero, perché l’azzurro, come da tradizione, tende poi a salire di condizione in vista della terza settimana. Qualora dovesse invece materializzarsi una “imbarcata”, magari con un ritardo superiore ai 2 minuti, a quel punto Nibali virerebbe su obiettivi di riparazione come un successo di tappa o la conquista della maglia a pois. Di fatto un ‘piano B’ molto meno prestigioso.

I precedenti inducono all’ottimismo. A La Planche des Belles Filles nel 2014 trionfò proprio Vincenzo Nibali, che poi festeggiò in maglia gialla a Parigi; tre anni dopo toccò poi a Fabio Aru staccare tutti con l’attacco (per ora) più bello della carriera. Chissà che questa salita ‘amica’ dell’Italia domani non possa spalancare scenari inattesi.

federico.militello@oasport.it

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