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Tour de France 2019, Vincenzo Nibali tra orgoglio e fatica. Il coraggio di osare (e restare…) nonostante i problemi

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Per molti sembrerà strano non poter vedere Vincenzo Nibali combattere per la classifica generale del Tour de France 2019; sembrerà così surreale, le critiche non avranno mai una fine, perchè è sempre bello giudicare senza rendersi conto che ogni uomo ha un limite. Così come lo Squalo dello Stretto, protagonista di una Grande Boucle corsa all’attacco in questi ultimi due giorni, con grande orgoglio e determinazione nonostante una condizione quasi al limite.

D’altronde è inutile nasconderci dietro a qualsiasi sogno o illusione, perchè è sempre difficile riuscire a riconfermarsi ad alti livelli in una grande corsa a tappe; e così è stato. Il messinese è reduce da un Giro d’Italia corso con gli artigli ben affilati e chiuso al secondo posto dietro ad un Richard Carapaz inarrivabile in salita. Dopodiché ecco la convocazione per il Tour de France e la responsabilità di dover onorare al meglio la gara più famosa del mondo da lui conquistata cinque anni fa. Dall’ipotesi della classifica generale, alla vittoria di tappa, alla maglia pois, si è parlato tanto del capitano della Bahrain-Merida; ma alla fine l’ultima parola spettava alla strada, e così è stato.

Quest’ultima ha visto un Nibali in difficoltà nei suoi primi giorni, che quando iniziavano le prime salite lo si trovava in difficoltà, e sì, faceva alquanto strano vederlo così, e Vincenzo non ha mai nascosto la situazione del momento. Poi ecco anche i problemi intestinali, e un Tour che diventa sempre più complicato sotto tutti i punti di vista. Ma il siciliano non si arrende, stringe i denti, si riprende, e appena arrivano i Pirenei attacca. Vuole onorare al meglio quella corsa che lo ha fatto salire sull’Olimpo dei grandi del ciclismo, non può permettersi di restare lì a guardare. E così, tra orgoglio e resistenza, centra la fuga nella tappa del Tourmalet e in quella di ieri. Riacciuffa qualche punto per la classifica dei GPM, poi lascia la parola a coloro che si stanno giocando la maglia gialla, così, senza disperarsi.

Mancano ancora sei tappe alla fine, e tutte le Alpi che decideranno questo Tour, insomma, le frazioni più interessanti per Nibali, e le strade che lo hanno consacrato nel 2014. Sicuramente lo Squalo vorrà lasciare il segno e lanciarsi nuovamente all’attacco, provare a zittire le critiche, le parole inutili che sono state spese finora, e far vedere a tutti cosa vuol dire indossare la responsabilità del vincitore di quattro grandi Giri nonostante tutte le difficoltà del caso. Tenacia, caparbietà, dignità, fierezza da parte di un campione come pochi, che non ha bisogno di nascondersi per evitare di essere attaccato, ma che è lui in primis ad attaccare per dimostrare a tutti il suo valore. Un grande campione non si arrende alle prime difficoltà, ma le affronta a muso duro; e lo spazio per continuare a farlo è ancora tanto.

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Foto: Pier Colombo

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