Ciclismo
Tour de France 2019: volate senza padrone. Tanti vincitori diversi, manca il dominatore
Sei volate diverse, sei vincitori diversi. La prima parte del Tour de France 2019 si conclude così. Sembra alquanto insolito assistere ad una grande corsa a tappe senza un grande dominatore delle volate, o perlomeno una possibile doppietta; eppure quest’anno sta andando proprio così. La strada per Parigi è ancora lunga certo, ma adesso la parola spetterà prima di tutto ai Pirenei, poi alle Alpi, e lo spazio per i velocisti si ridurrà mano a mano, e le loro energie, in diversi casi, potrebbero venire meno. Di solito le grandi lotte allo sprint si vedono proprio nei primi dieci giorni di un Tour, e in questa edizione abbiamo assistito a volate tiratissime, sul filo del rasoio, questione di centimetri per la gloria; incertezza e decisione al fotofinish, incertezza e indecisione nel classificare il miglior velocista di questa Grande Boucle.
Da italiani non possiamo fare altro che partire da Elia Viviani e la sua Deceuninck-Quick Step. Treno perfetto o meno, dopo la gioia di Nancy, non è più arrivata la volata giusta, quella della gloria. Un secondo e un terzo posto conquistati con gli artigli avvelenati: più di così non si poteva fare, ed Elia lo sa. Poi abbiamo Peter Sagan, tanto lavoro anche da parte della sua Bora-Hansgrohe ma alla fine lo strapotere di Hulk non si è fatto vedere; quella maglia verde brilla sì, ma non come gli altri anni. E la Jumbo-Visma? Uno squadrone eccellente, che prima vince a sorpresa con Mike Teunissen, poi con Dylan Groenewegen e infine con Wout Van Aert. Ci sono andati vicini anche oggi, hanno fatto nuovamente paura a tutti quanti, ma non hanno raggiunto la consacrazione per una questione di centimetri. Forse in questo caso avremmo potuto parlare in una maniera diversa. Infine eccoci al vincitore di oggi, Caleb Ewan (Lotto Soudal). Era partito da Bruxelles come l’uomo da battere, dopo quanto fatto di buono al Giro, ma alla fine è riuscito a sbloccarsi soltanto oggi, e per poco. Bravura, scaltrezza sì, ma non uno sprint impossibile.
Insomma, da qui a Parigi le vere chances pressoché scontate per una vittoria in volata si possono ridurre all’incirca a due; e sono davvero poche per poter decretare il re degli sprint di questa Grande Boucle. Per quanto siano state emozionanti, possiamo dire che per ora non c’è ancora stato quel grande stupore o shock da poter definire un velocista “marziano”, e qui ne giova un po’ lo spettacolo. Vedremo se la strada verso la capitale francese ci smentirà o meno, ma tutti quanti si aspettavano molto di più e i velocisti in sé lo sanno che l’incertezza nelle volate di questo Tour è diventata ormai una conferma.
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@lisa_guadagnini
Foto: Lapresse