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Tuffi, Mondiali 2019: monologo cinese dalla piattaforma. Vince Yang Jian davanti a Yang Hao, Sereda 4°

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Nel Nambu University Municipal Aquatics Center cala il sipario sulla rassegna iridata dei tuffi a Gwangju (Corea del Sud) e la storia di questi Mondiali non cambia il suo corso: Cina e ancora Cina. Doppietta oro-argento per le selezione asiatica che chiude l’avventura coreana con 12 ori, 4 argenti e 1 bronzo. 17 medaglie per dimostrare ancora una volta a tutti il proprio dominio.

E’ Yang Jian a imporsi nella gara maschile dalla piattaforma. Il vincitore ha tenuto una media nelle sei rotazioni sempre al di sopra dei novanta punti e alla fine, con un quadruplo e mezzo avanti carpiato da 114.80, ha posto la ciliegina. Non è un caso che l’oro iridato abbia sfiorato i 600 punti, ovvero la media di 100 ogni rotazione, concludendo con 598.65. Alle sue spalle, come detto, ancora Cina con Yang Hao (585.75), anch’egli pazzesco e di sicuro sarà sua la fotografia di tutti 10 ottenuti con il triplo e mezzo rovesciato raggruppato da 102.00 (quarta rotazione).

Primo degli umani, se così si può dire, il russo Aleksandr Bondar che, dopo aver un po’ peccato con il terzo tuffo, ha cambiato letteralmente marcia, ottenendo sempre più di novanta punti a tuffo e meritandosi il terzo gradino del podio con 541.05. In una finale di altissimo profilo il tredicenne ucraino Oleksii Sereda dimostra di essere un futuro campione. I suoi 490.50 valgono come una raccomanda con ricevuta di ritorno, valutando il suo programma e l’abilità nel portare a compimento le rotazioni, specie nell’entrata in acqua: semplicemente fantastico con il doppio e mezzo rovesciato carpiato con due avvittamenti e mezzo con cui ha trovato 86.40 punti. Niente da fare invece per il campione del mondo Thomas Daley: il britannico ha sbagliato completamente il quadruplo e mezzo avanti raggruppato e ciò lo ha relegato in settima piazza con 470.35, preceduto anche dal francese Benjamin Auffret (489.20) e dal sudcoreano Woo Haram (477.25).

 

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Foto: LaPresse

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