Tuffi
Tuffi, Mondiali 2019: Noemi Batki, goditi il sogno da dieci metri. E ora aspettiamo un segnale da Tocci e Bertocchi sul trampolino
L’avevano criticata, e pesantemente, dopo l’eliminazione subìta già ai preliminari dalla piattaforma a Rio 2016 (con 256,90 punti!). Per i risultati che non c’erano (a Londra 2012 fu ottava, invece, in finale, e fino a due tuffi dalla fine viaggiava su ritmi da podio) e per la successiva scelta di lasciare la sua “nave sicura”, leggi Trieste, la famiglia, e cambiare allenatore e vita, trasferendosi a Roma. Lavoro in silenzio, sacrifici, ricostruzione “fisica e psicologica”, con Domenico Rinaldi, di una campionessa che non poteva essersi smarrita di colpo. Et voilà, dal 2018 ecco la rinascita: argento (con beffa finale) agli Europei di Edimburgo (per lui comunque un gradito ritorno al top) e oggi qualificazione alla finale di una gara prestigiosa come la piattaforma, con il 5° posto in classifica (328,60), da migliore delle atlete nel Vecchio Continente, e pass garantito per i suoi quarti Giochi Olimpici, a 31 anni. Non male, o no?
UNA FINALE DA VIVERE
“Non ottenevo questo punteggio da due anni. Vuol dire essere tornata a buoni livelli con tutti i tuffi, anche se il secondo (doppio e mezzo indietro con avvitamento e mezzo, ndr) l’ho sporcato rispetto ai preliminari. Ma se consideriamo che due anni fa questo tuffo era praticamente nullo ho compiuto un progresso enorme che mi ha consentito di registrare il quinto punteggio e di conquistare la carta olimpica. Mi manca casa, a Trieste, la famiglia, mamma che mi ha allenato per 20 anni, ma il passaggio a Roma è stato necessario. Ne eravamo consapevoli entrambe. Adesso la immagino che piange di gioia davanti alla tv. Vivo all’Acquacetosa attraverso un progetto federale, mi allena Domenico Rinaldi che è riuscito a resettarmi. All’inizio non è stato facile. Ho ricominciato quasi da capo, consapevole che le figuracce avrebbero fatto parte del percorso di crescita. Ho preso tanti 4 propedeutici al miglioramento. Questa qualificazione alle Olimpiadi la considero proprio mia, ottenuta con pieno merito rispetto alle due precedenti: una acquisita vincendo l’Europeo e, secondo me, ci vuole sempre una botta di fortuna per riuscirci; un’altra arrivata più per demerito di altre che mi hanno consentito di rientrare malgrado avessi saltato maluccio. Francamente il podio è una missione stradifficile. Se le prime quattro saltano come sanno non ci sarà verso. Il mio record è a 20 punti. Proverò ad avvicinarlo e vedremo“. La finale è in programma domani, mercoledì 17 luglio alle 20.45, quando in Italia saranno le 13.45. Per sognare Noemi dovrà realizzare il suo record di punti (possibilmente 360 e rotti), ma anche “sperare” in qualche passo falso delle avversarie, perché “purtroppo” il suo tuffo conclusivo, il doppio e mezzo rovesciato, ha un coefficiente di 2.8 che non la mantiene al passo con tre delle4 atlete che l’hanno preceduta oggi, vale a dire le principali favorite per il podio: Chen, Lu e Benfeito. Solo l’altra canadese, McKay, porta lo stesso tuffo (e non alla fine). Dita incrociate.
SVOLTA
Quanto a Giovannini-Pellacani, tredicesimi nel Team Event, si è trattato di rompere il ghiaccio a un Mondiale, per il primo, e… effettuare un buon allenamento, per la seconda. Paradossalmente, hanno saltato meglio dalle specialità ancora meno assimilate, Riccardo dal trampolino (pur se con un ordinario) e Chiara dai 10 metri (dove comunque gareggia, in synchro). Li aspettiamo nelle loro gare, dieci e tre metri, soprattutto aspettiamo dai tre metri una risposta concreta e da campioni da parte di Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi. Avranno di fronte eliminatorie fiume (per passare poi alle semifinali a 18) e le semifinali. L’obiettivo è l’ingresso nell’ultimo atto e la carta per Tokyo. Resettando tutto quando accaduto fin qui, e pensando positivo, diciamo che sì, si può fare. Per entrambi. E sarebbe un successo.
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