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Tuffi, Mondiali 2019: testa rivolta agli Europei di Kiev in casa Italia. Con due novità

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Mancano ormai due gare al termine del programma di tuffi ai Mondiali delle discipline acquatiche Gwangju 2019 (synchro misto tre metri, piattaforma dieci metri uomini). A meno di clamorose sorprese, difficilmente considerabili nel misto (ma mai dire mai, visto che Bertocchi-Verzotto hanno saputo conquistare medaglie pesanti, in passato), l’Italia chiuderà (o potrebbe chiudere) la sua avventura in Corea senza podi, e questo poteva anche essere messo in conto (nonostante le gare da un metro, quelle dei due bronzi a Budapest 2017), ma soprattutto con un solo pass olimpico, conquistato da Noemi Batki dalla piattaforma 10 metri. Cioè dall’atleta più esperta, assieme a Maicol Verzotto, della spedizione guidata da Oscar Bertone che contava e conta solo sette atleti.

FUTURO

Almeno altri due pass era lecito attenderseli dalla Nazionale e questo certifica un bilancio totale (che potrà però essere stilato solo domani nella sua interezza) negativo, pur non cambiando di molto il senso di quanto si è già detto a lungo in queste giornate di gara: nella fase di cambio generazionale, cioè quella che sta attraversando in pieno l’Italia, sarà bene concentrarsi in primis sulla dimensione europea, in questo momento più adatta alle possibilità azzurre. Come si è ben visto, Cina, Canada, Messico, Australia, persino Giappone e Corea del sud (per tacere dell’assenza nella manifestazione della Corea del nord, autentica potenza dei tuffi dalla piattaforma, in primis donne) hanno ben altro passo rispetto al Vecchio Continente. Delle nazioni europee, solo Gran Bretagna e Russia, e non in tutte le gare, possono dar fastidio ai colossi mondiali. Altre nazioni stanno cambiando pelle, per esempio Spagna, un po’ sparita dai radar come la Svezia, ma poi anche Germania (Hausding non sarà eterno), la stessa Ucraina che ha messo in mostra giovani interessanti, la Francia e l’Austria.

ITALIA

La giornata odierna ha regalato all‘Italia la mancata qualificazione per la semifinali dai dieci metri maschili, in qualche modo prevedibile. L’esperienza di Verzotto e la gioventù di Giovannini non hanno prodotto quanto sperato al Nambu University Municipal Aquatics Center. Maicol ha chiuso 24° con 346.20 e Riccardo 34° con 319.30 punti su 47 atleti partecipanti. Il miglior punteggio è stato del cinese Yang Jian con 530.10 e il diciottesimo (ultimo posto utile per approdare in semifinale) del messicano Reyes Berlin con 390.80. Servivano insomma oltre 50 punti in più per passare il turno. Sono già stati annunciati nuovi inserimenti nella squadra italiana che prenderà parte agli Europei di Kiev 2019, dal 5 all’11 agosto, con altri due atleti naturalizzati a rimpolpare la schiera degli italiani, senza dimenticare Sarah Jodoin. L’attesa è davvero grande per la manifestazione ucraina, perché proprio, più che in Corea, lì prenderà il via al 100% il nuovo corso italiano nei tuffi. Inevitabile, dopo cinque lustri di enormi soddisfazioni griffate in primis Cagnotto, ma non solo.

Cosi gli azzurri nei preliminari piattaforma 10m

Maicol Verzotto – 24° 346.20
624D verticale con doppio e messo indietro 65.60
407C triplo e mezzo ritornato raggruppato 43.20
207C triplo e mezzo indietro raggruppato 62.70
107B triplo e mezzo avanti carpiato 61.50
305C doppio e mezzo rovesciato raggruppato 58.80
5253B doppio e mezzo indietro con un avvitamento e mezzo carpiato 54.40

Riccardo Giovannini – 34° 319.30
305C doppio e mezzo rovesciato raggruppato 25.20
107B triplo e mezzo avanti carpiato 61.50
407C triplo e mezzo ritornato raggruppato 49.60
626C verticale con triplo e mezzo indietro 52.80
207C triplo e mezzo indietro raggruppato 72.60
5253B doppio e mezzo indietro con un avvitamento e mezzo carpiato 57.60

 

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Foto: zhangjin_net shutterstock

 

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