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Wimbledon 2019: il bello di Berrettini e Fognini. Nadal, Serena Williams e Kerber, tra chi vince e chi esce
Giornata lunga, complessa da definire e con tantissime sfumature, la quarta del torneo di Wimbledon. Il terzo Slam dell’anno ha senza dubbio vissuto le sue ore più accese quest’oggi, tra sorprese e big impegnati in maniera importante.
Si parte subito dalle note positive di casa nostra: Matteo Berrettini e Fabio Fognini. Il romano e il ligure hanno vinto due incontri diversi, ma con la stessa convinzione di non voler lasciare nulla al caso. Berrettini ha sconfitto Marcos Baghdatis, all’ultimo ballo sul Court 2. Il saluto del cipriota è stato particolarmente toccante, ma a livello agonistico conta, sul fronte tricolore, quanto il numero 20 del mondo sia stato efficace, sia nei momenti più positivi che in quelli in cui c’è stato da lottare di più. Lo aspetta Diego Schwartzman, e rispetto alla terra rossa l’ago della bilancia qui appare decisamente più sbilanciato a favore dell’italiano.
Fabio Fognini è uscito un’altra volta vincitore da una partita che avrebbe potuto perdere, vista l’abilità di Marton Fucsovics sul rapido. Il ligure è riuscito a far valere una maggiore varietà di soluzioni contro l’ungherese, che pure è stato in grado di mettere più volte in difficoltà il nostro giocatore con gli schemi legati a servizio e dritto. Si temeva davvero che Fognini potesse chiudere i discorsi sull’erba già contro Tiafoe al primo turno, e invece può ambire di nuovo alla seconda settimana. Tennys Sandgren la sua sorpresa l’ha già offerta un anno e mezzo fa agli Australian Open, arrivando ai quarti, ma per il ligure si tratta di una bella occasione da sfruttare per completare il filotto degli ottavi Slam e giocare in un altro dei giorni tradizionalmente storici di Wimbledon: il secondo lunedì, che riunisce i 16 incontri di singolare rimasti nei due tabelloni di singolare.
Capitolo big: se la vita di Roger Federer è stata relativamente facile, con il padrone di casa Jay Clarke in grado di insidiarlo soltanto per un set, non si può dire lo stesso per Rafael Nadal. Lo spagnolo è stato protagonista di un’autentica lotta contro Nick Kyrgios: il mancino di Manacor e l’australiano, in quattro set, hanno utilizzato tutti i generi di trucchi possibili in repertorio, compresi quelli non necessariamente legati ai colpi. Ne è uscito vincitore Nadal, che se non cancella in questo modo quanto accaduto cinque anni fa, quando dovette assistere all’esplosione di Kyrgios negli ottavi contro di lui, perlomeno aggiunge un lieto capitolo, per di più successivo, a una storia non sempre andata liscia, in particolare negli ultimi mesi. A livello di sorprese, c’è da citare Marin Cilic: alzi la mano chi avrebbe pensato che sarebbe stato estromesso da Joao Sousa. Invece è esattamente ciò che è capitato, e in maniera un po’ troppo rapida per i gusti del finalista del 2017.
Court 2, Graveyard of Champions, Cimitero dei Campioni: anche se il sito del campo è cambiato (quello originario, in quanto tale, non c’è più), la sensazione è rimasta. E il fantasma torna ancora una volta, materializzandosi nel nome e nel cognome di Lauren Davis, capace di eliminare la campionessa di un anno fa Angelique Kerber. La tedesca è letteralmente crollata sotto i colpi dell’americana dopo il primo set, e non c’è stato verso di invertire la rotta. Kerber uscirà dalla top ten del ranking WTA, ritrovandosi a circa 500 punti dalla lettone Anastasija Sevastova, con ogni probabilità nuova proprietaria del numero 10 dal 15 luglio.
Oltre alla tedesca, qualcun’altra ha rischiato parecchio: è Serena Williams, che per qualche decina di minuti è rimasta sorpresa dalla slovena Kaja Juvan prima di riuscire a venirne a capo, rimediando nel frattempo il primo set perso del torneo. Dopo le prestazioni non esattamente convincenti al Roland Garros, a questo punto aleggia la legittima domanda su quanto sia Serena realisticamente in grado di vincere ancora quello Slam che brama da tempo e che, nell’ultimo anno, ha sfiorato per due volte.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse